Silvia Mastrantonio

ROMA, 4 aprile 2014 - CHISSÀ se l’idea è stata del principe Filippo, noto al mondo per le sue ripetute gaffes. Certo è che Papa Francesco è apparso piuttosto sconcertato dai doni portati dalla regina Elisabetta II in visita lampo in Vaticano. Un enorme cesto di prodotti bio provenienti dalle tenute reali, compreso un bel bottiglione di whisky scozzese. Miele, uova, sidro in aggiunta alle due fotografie (della sovrana e del consorte) autografate che, per protocollo, Elisabetta ha consegnato al Pontefice: «Temo che gliele dovrò dare. È inevitabile».
Mezz’ora dal Papa senza neanche sfiorare il tema Falkland-Malvinas, dopo il pranzo con il presidente Napolitano. Poi la regina, con tutto lo staff al seguito, è ripartita per tornare in Gran Bretagna. Arrivata alle 12,30 a Ciampino sull’aereo privato, alle 16,30 era di nuovo in volo. Una visita privata e informale, come preannunciato, che tale si è rivelata anche nei dettagli. Nessun cambio d’abito tra il Quirinale e il Vaticano, e vestito lilla con cappellino in tinta anche dinanzi a Francesco. Ad impreziosire, una splendida spilla di zaffiri regalo della nonna Mary. Resta l’eccezionalità dell’evento visto che la sovrana, ormai vicina agli 88 anni, si muove raramente dall’Inghilterra e da tre anni non varcava i confini.

INASPETTATO il ritardo nel giungere a San Pietro (23 minuti) e singolari le scuse: «Mi perdoni l’attesa — ha detto Elisabetta al Papa — ma stavo facendo un piacevole pranzo con il presidente (Napolitano, ndr)». Il Pontefice aveva preparato un regalo anche per il nipotino George: un mappamondo di lapislazzuli blu sormontato da una croce. La regina: «Il bambino sarà contento, lo userà quando cresce». Per lei il Papa aveva riservato una copia d’epoca del decreto che nel 1679 estese alla Chiesa Universale il culto di re Edoardo il confessore. «Oh, è stato canonizzato?», ha detto il solito Filippo.
La regina è stata ricevuta in una saletta per evitarle troppe scale. Entrambi sorridenti, sono rimasti a colloquio privato evitando anche solo di sfiorare il tema delle isole controverse tra Gran Bretagna e Argentina che il Pontefice, nel suo passato da cardinale, aveva più volte chiamato «le nostre isole». Dello sbarco argentino ricorre l’anniversario proprio in questi giorni: il 2 aprile. Così come sono rimaste fuori della porta le questioni relative ai rapporti con la Chiesa anglicana di cui la regina è a capo in Inghilterra.

CLIMA disteso anche al pranzo con Napolitano e la signora Clio. Con il presidente esistono da tempo rapporti di amicizia. Nel ‘torrino’ del Quirinale, dal quale si gode una splendida vista di Roma, alla sovrana è stato servito un sostanzioso menu: dopo il risotto alle erbe, agnello arrosto millefoglie di patate, seguito da sformatini di caponata, tipico piatto agrodolce del Sud. Infine, fagiolini al vapore prima di chiudere con un bonet, dolce al cucchiaio tipico delle Langhe, a base di cacao, liquore e amaretti secchi. Toccata e fuga per i turisti: pochi ad aspettarla in via della Conciliazione. Ma lei, comunque, ha salutato dal finestrino dell’auto.