CERNOBBIO (Como)
MARIO DRAGHI
mette sul piatto mille miliardi. Sono passate solo ventiquattr’ore dall’apertura all’acquisto di titoli da parte della Bce in stile Fed americana per scongiurare il rischio di deflazione nell’eurozona. E giá circolano le prime simulazioni sul cosiddetto quantitative easing (allentamento quantitativo), strumento non convenzionale nell’arsenale del presidente della Banca centrale europea. Secondo le indiscrezioni della stampa tedesca, l’Eurotower starebbe testando gli effetti sull’inflazione di un maxi piano di acquisto di titoli di stato da mille miliardi di euro nel giro di un anno, circa 80 miliardi al mese.

I RISULTATI

sarebbero, tuttavia, fortemente divergenti: nello scenario più pessimistico, la mega-iniezione di liquidità porterebbe solo a un aumento dello 0,2% del tasso di inflazione mentre in un altro scenario si arriverebbe fino allo 0,8%. La Bce non commenta le indiscrezioni. I mercati brindano. Mentre le Borse europee chiudono in positivo (Piazza Affari mette a segno un +0,83% a 22.175,48 punti, dopo aver toccato un massimo da tre anni a 22.210,34 punti), cala lo spread tra i titoli di Stato italiani e gli omologhi tedeschi: sotto quota 160 per poi risalire a fine seduta a 163. Sul fronte dei titoli di Stato, il rendimento del tasso Btp a 10 anni brucia un nuovo record scendendo fino al 3,15%. Risale poi in chiusura a quota 3,19%. Un forte appello ad agire contro la bassa inflazione nell’eurozona era arrivato dal Fondo monetario. E consenso diffuso all’utilizzo di tali stimoli da parte della Bce è arrivato anche dal gotha della finanza riunito a Cernobbio per il forum The European house-Ambrosetti. In prima fila l’economista Nouriel Roubini, che nel 2006 previde la grande crisi globale. «La Bce si sta muovendo troppo poco e troppo lentamente contro la deflazione in Europa», ammonisce l’economista, prevedendo che Draghi (foto Epa) «non attuerà l’acquisto di titoli di stato prima di sei-nove mesi».

ALTRI STRUMENTI

che il presidente Bce ha ancora a disposizione, spiega, sono «la riduzione dei tassi di interesse (al momento allo 0,25%), i tassi di interesse negativi sui depositi e l’acquisto di asset privati attraverso gli abs, cioè titoli obbligazionari che sotto hanno finanziamenti alle imprese dell’economia reale. E da Cernobbio arriva la replica del vicepresidente Bce Vitor Constancio: «Non sono d’accordo con Roubini, la Bce nel 2007 è stata la prima ad intraprendere azioni concrete e in altre occasioni siamo stati assolutamente tempestivi».
Alessia Gozzi