Silvia Mastrantonio
ROMA
RAPITI

nella notte dai loro alloggi. Due sacerdoti vicentini e una suora ottantenne di origine canadese sono stati sequestrati tra venerdì e sabato nella missione cristiana di Tche’re-Tchakidje’be, in Camerun, a una sessantina di chilometri dal confine con la Nigeria. L’atto terroristico, seppure non ancora rivendicato, si attribuisce al gruppo islamico di Boko Haram, molto attivo nella zona. I sacerdoti, Gianantonio Allegri di 57 anni e Giampaolo Marta di 47, insieme con la religiosa Gilberte Bussier, sono stati prelevati e portati via a bordo di mezzi militari. Secondo gli investigatori locali, potrebbero essere ancora in Camerun perché i terroristi non avrebbero avuto il tempo di scavallare il confine. Si sa, inoltre, che non sono stati feriti, come hanno riferito i testimoni. Immediatamente attivata l’Unità di crisi della Farnesina, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha ribadito il proprio personale interessamento invocando il «massimo riserbo».
Secondo quanto riferito dalle suore della Divina Volontà di Bassano del Grappa che operano nell’area dove si trovano anche altri due sacerdoti italiani, nei giorni scorsi erano giunte minacce alla missione e alla polizia locale che aveva scoperto un deposito di armi dei terroristi. Questi avrebbero annunciato: «Ve la faremo pagare». La diocesi è quella di Maroua, nel nord del Camerun e nella zona fu rapito, mesi fa, e liberato l’ultimo giorno del 2013, anche un religioso francese.

LA SITUAZIONE


, nell’area, era tesa da tempo e una certa preoccupazione era stata espressa anche da don Allegri in alcune mail inviate ai parrocchiani di Magrè dove aveva celebrato messa per 11 anni. Don Allegri era giunto in Camerun da circa un anno anche se, nel passato, aveva fatto parte di altre missioni nello stesso Paese. Don Marta, invece, era da sei anni in Camerun «per essere a contatto con la realtà della fede», come aveva spiegato ai familiari (tra i quali cinque fratelli), tutti residenti a Molina di Malo. Sconvolta la diocesi vicentina alla quale i religiosi appartengono: ieri sera si è svolta una veglia di preghiera, fortemente voluta dal vescovo, monsignor Beniamino Pizziol che solo nel gennaio scorso aveva visitato la diocesi di Moroua. Papa Francesco, prontamente informato dei rapimenti, «prega per gli ostaggi», ha fatto sapere il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi.