Nina Fabrizio
CITTÀ DEL VATICANO
A MENO

di un anno dall’avvio di una commissione referente istituita come uno dei primi atti di pontificato per rispondere al mandato di riforma affidatogli dai cardinali al pre-conclave, sul destino dello Ior papa Francesco ha deciso: l’istituto va avanti. Nessuna soppressione per la ‘banca’ vaticana su cui si era aperta una profonda stagione di ripensamento, specie dopo le ombre di scandali finanziari come quello di monsignor Scarano, l’ex contabile dell’Apsa arrestato per riciclaggio. Piuttosto, una riconferma della centralità del suo ruolo seppur prossimo a un processo di riforma interno che rafforzerà il lavoro, già fatto fin qui, di screening dei conti e aumento dei controlli, ed affidato ai vertici della banca stessa. Bergoglio ha approvato una proposta sul futuro dell’istituto che ne riafferma «l’importanza» della missione «per il bene della Chiesa». Continuerà così a «servire» e «a fornire servizi finanziari specializzati alla Chiesa cattolica in tutto il mondo». Servizi «significativi», spiega il Vaticano con parole che lasciano trapelare tutto l’appoggio del Papa alle funzioni dell’istituto, poiché «assistono il Pontefice nella sua missione di pastore universale e supportano istituzioni e individui che collaborano con lui».

DIOCESI,

congregazioni, istituti religiosi, singoli prelati potranno continuare a fare affidamento sul forziere vaticano. Francesco ha così accolto una proposta cui hanno contribuito le due commissioni mobilitate, quella referente sullo Ior e quella sulla ri-organizzazione economico-amministrativa, la commissione cardinalizia dell’istituto con il board laico, fatta propria dal cardinale australiano Pell, il nuovo ‘superministro’ delle finanze, e che arriva dall’interno dello Ior. Dove proprio in questi ultimi due giorni si è lavorato fino all’ultimo alla limatura del testo.
Tramonta definitivamente invece l’altra ipotesi, caldeggiata da quanti avrebbero voluto un cambiamento più radicale, quella di sopprimere l’istituto assorbendolo nell’Apsa, sempre più investita del ruolo di banca centrale. La decisione premia di fatto l’attuale governance con la gestione Von Freyberg in prima linea, il presidente tedesco che, con l’ausilio della società di consulenza Promontory, guida l’istituto da un anno (fu nominato nell’ultimissimo scorcio di Benedetto XVI) e che è subito entrato in ottimi rapporti con Pell. Ora lo Ior procederà ultimando l’analisi dei conti entro l’estate ed elaborando un piano di riorganizzazione per integrarsi nella nuova architettura delle finanze vaticane, da sottoporre al cosiddetto ‘C8’, i cardinali che consigliano il Papa nella riforma della Curia, e al Consiglio per l’economia.

SARÀ


dunque l’attuale vertice a rafforzare l’opera di adeguamento ai criteri di ‘trasparenza’ mentre sulle attività dell’istituto vigila l’Aif. Francesco procede convinto sulla strada di trasparenza avviata da Ratzinger ma è chiaro che, nella partita dello Ior, che alla diocesi di Buenos Aires evitò il dissesto finanziario durante il crac argentino, ha prevalso la linea della conservazione.