Achille Perego
MILANO
«CRIMINALI

e delinquenti». Non usa mezze parole il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi nel definire chi usa la violenza contro il progetto della Torino-Lione (diventato legge con il sì definitivo del Senato al trattato internazionale con la Francia) aggredendo l’autista del pm torinese Antonio Rinaudo, che indaga sull’ala dura del movimento No Tav («A cui va tutta la mia solidarietà»). Ma anche contro chi occupa abusivamente le case degli altri. Con il centro della città di Roma che ieri ha vissuto una nuova giornata di scontri durante il corteo del movimento per la casa mentre Lupi era impegnato all’assemblea costituente del Nuovo centro destra italiano. Una protesta che, nel ministro delle Infrastrutture (e quindi anche delle case) del Governo Renzi, ha suscitato non solo parole di condanna ma anche un senso di rammarico.
«Perché questa protesta — esordisce Lupi — avviene proprio nel momento in cui per la prima volta un Governo ha stanziato risorse — complessivamente 1,7 miliardi — per affrontare l’emergenza casa. Un decreto che finanzia il Fondo affitti, quello per la morosità inconsapevole determinata dalla crisi e gli interventi per la ristrutturazione degli alloggi popolari. Ma di fronte all’ennesima manifestazione a Roma dobbiamo avere il coraggio di dire che chi occupa abusivamente una casa commette un reato e non può chiedere la residenza né allacciare acqua o luce perché nel momento in cui siamo impegnati a calmierare i canoni di locazione favorendo gli affitti concordati dobbiamo anche dare ai proprietari la certezza di un diritto sancito dalla Costituzione».
Il diritto è anche quello di poter lavorare nei cantieri della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
«Chi si oppone alla Tav con la violenza non è un oppositore politico ma è un criminale e non può avere alcun tipo di legittimazione o di copertura politica. L’opposizione a questa opera, che ormai non è più un progetto ma una realtà con la galleria discensoria già a 508 metri e i lavori per il maxi tunnel da 57 chilometri che cominceranno nel 2016, si fa in Parlamento. Ma in tutti i Paesi del mondo, se uno Stato decide che si tratta di un’opera fondamentale, la si realizza e non la si combatte con le aggressioni, le minacce, le bombe. Facendone un pretesto per le forze che vogliono sovvertire lo Stato».
Non teme che, con una crisi ancora dura, dalla casa alla No Tav aumenti il clima di tensione?
«A questa preoccupazione, alle tante persone che stanno soffrendo gli effetti della crisi, si risponde dimostrando che la politica è tornata vicina ai cittadini, aiutando le imprese, combattendo i privilegi, riducendo gli ostacoli della burocrazia. Ricostruendo quindi un clima di fiducia perché la sfida di questo Paese è vivere o morire. E il tempo stringe. E per vincere questa sfida il Governo si sta muovendo non con le parole, ma con i fatti. A cominciare dal decreto con il quale la prossima settimana metteremo 80 euro in busta paga a chi guadagna meno di 1500 euro al mese. Una cifra superiore a quello di un rinnovo contrattuale».