Ettore Maria Colombo
ROMA
PARADOSSALMENTE, il pranzo di sabato ad Arcore («Paolino, vieni su da me e parliamone...» lo aveva convinto Silvio con relativa mozione degli affetti) non era andato male, anzi. Berlusconi aveva offerto a Bonaiuti una bella candidatura alle europee (rifiutata subito, però) e un incarico (la formazione) in quel partito da cui lex portavoce si sentiva esautorato, messo da parte.
COMPLICE il pranzo, lungo e piacevole, il caffè sulla veranda, la passeggiata nel parco, le chiacchiere e le affettuosità dellex premier, come ai vecchi tempi, Bonaiuti, una volta ripreso il treno per Roma, si era ripromesso e promesso al Cav di pensarci seriamente e non strappare. Poi, ieri, la lettura dei giornali, specie di quelli di centrodestra, che lo trattano alla stregua di un traditore. In più, le parole dei big del cerchio magico, da quelle del suo successore in qualità di consigliere politico (ma pur sempre giornalista) di Forza Italia, Giovanni Toti («mi sembra di stare su Scherzi a parte. Questa storia ha del surreale e del grottesco») e del suo capogruppo al Senato, Paolo Romani, che sempre in tv gli dà, più o meno, dellingrato. E così, ecco il via libero al comunicato stampa e alladdio ufficiale da FI.
Lo storico portavoce di Silvio Berlusconi (ma solo dal 1996, prima una lunga carriera giornalistica), dopo giorni di voci e articoli sul suo conto, ieri ha scritto allAnsa per dire «lascio Forza Italia. A Berlusconi un augurio di cuore con la sincerità e laffetto dei 18 anni in cui ho lavorato ogni giorno al suo fianco». Ma il veleno, come sempre, sta nella coda.
QUESTA mattina, il senatore Bonaiuti (eletto per la prima volta nel 1996, rieletto nel 2001, 2006, 2008 e 2013, sottosegretario di Stato del premier nel 2001-2006 e nel 2008-2012) aderirà formalmente allNcd, il partito di Alfano, che oggi vedrà di persona. E magari non sarà stata decisiva, ma certo lultima goccia, quella richiesta di sgomberare dallufficio in San Lorenzo in Lucina per far posto a Toti, dopo lesser stato espropriato della gestione del Mattinale, rassegna stampa di partito ora in mano allo staff di Brunetta e da questi dettata, e dopo aver perso ogni voce in capitolo su tutte le ultime scelte importanti, come la caduta del governo Letta, cui Bonaiuti era fermamente contrario. Colomba per definizione, mediatore e tessitore (secondo solo a Gianni Letta) per attitudine mentale, grande risolutore di gaffe dellex premier, Bonaiuti ha fatto da scudo al Cavaliere in mille occasioni, alcune da incidente diplomatico (Islam e Occidente, Obama abbronzato, le corna...). Nel partito cè chi gioisce, chi trema e chi non è convinto per nulla: «È come se il Papa dicesse che non crede più nello Spirito Santo» ironizza Gianfranco Rotondi, per nulla amico del cerchio magico. «Non possiamo farci scappare le migliori energie dal partito» si lamenta Mara Carfagna.
ROMA
PARADOSSALMENTE, il pranzo di sabato ad Arcore («Paolino, vieni su da me e parliamone...» lo aveva convinto Silvio con relativa mozione degli affetti) non era andato male, anzi. Berlusconi aveva offerto a Bonaiuti una bella candidatura alle europee (rifiutata subito, però) e un incarico (la formazione) in quel partito da cui lex portavoce si sentiva esautorato, messo da parte.
COMPLICE il pranzo, lungo e piacevole, il caffè sulla veranda, la passeggiata nel parco, le chiacchiere e le affettuosità dellex premier, come ai vecchi tempi, Bonaiuti, una volta ripreso il treno per Roma, si era ripromesso e promesso al Cav di pensarci seriamente e non strappare. Poi, ieri, la lettura dei giornali, specie di quelli di centrodestra, che lo trattano alla stregua di un traditore. In più, le parole dei big del cerchio magico, da quelle del suo successore in qualità di consigliere politico (ma pur sempre giornalista) di Forza Italia, Giovanni Toti («mi sembra di stare su Scherzi a parte. Questa storia ha del surreale e del grottesco») e del suo capogruppo al Senato, Paolo Romani, che sempre in tv gli dà, più o meno, dellingrato. E così, ecco il via libero al comunicato stampa e alladdio ufficiale da FI.
Lo storico portavoce di Silvio Berlusconi (ma solo dal 1996, prima una lunga carriera giornalistica), dopo giorni di voci e articoli sul suo conto, ieri ha scritto allAnsa per dire «lascio Forza Italia. A Berlusconi un augurio di cuore con la sincerità e laffetto dei 18 anni in cui ho lavorato ogni giorno al suo fianco». Ma il veleno, come sempre, sta nella coda.
QUESTA mattina, il senatore Bonaiuti (eletto per la prima volta nel 1996, rieletto nel 2001, 2006, 2008 e 2013, sottosegretario di Stato del premier nel 2001-2006 e nel 2008-2012) aderirà formalmente allNcd, il partito di Alfano, che oggi vedrà di persona. E magari non sarà stata decisiva, ma certo lultima goccia, quella richiesta di sgomberare dallufficio in San Lorenzo in Lucina per far posto a Toti, dopo lesser stato espropriato della gestione del Mattinale, rassegna stampa di partito ora in mano allo staff di Brunetta e da questi dettata, e dopo aver perso ogni voce in capitolo su tutte le ultime scelte importanti, come la caduta del governo Letta, cui Bonaiuti era fermamente contrario. Colomba per definizione, mediatore e tessitore (secondo solo a Gianni Letta) per attitudine mentale, grande risolutore di gaffe dellex premier, Bonaiuti ha fatto da scudo al Cavaliere in mille occasioni, alcune da incidente diplomatico (Islam e Occidente, Obama abbronzato, le corna...). Nel partito cè chi gioisce, chi trema e chi non è convinto per nulla: «È come se il Papa dicesse che non crede più nello Spirito Santo» ironizza Gianfranco Rotondi, per nulla amico del cerchio magico. «Non possiamo farci scappare le migliori energie dal partito» si lamenta Mara Carfagna.
© Riproduzione riservata