Olivia Posani
ROMA
LA MAPPA

del potere economico italiano è cambiata. Dopo 9 anni di sostanziale stabilità, l’effetto Renzi ha provocato il cambio di guardia annunciato, con tanto di quote rosa ben in vista grazie a tre presidenze: Emma Marcegaglia, Luisa Todini, Patrizia Grieco. «Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile, segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo riconoscimento», dice Renzi, sottolineando che è stata scelta «una squadra di professionisti di grande qualità».

MA È

stato più difficile del previsto, come testimoniano le oltre 4 ore passate a Palazzo Chigi dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per definire la lista dei candidati ai nuovi consigli di amministrazione messa a punto da Renzi con Delrio e Lotti, mentre lui era a Washington per il Fmi. Senza contare il supplemento di istruttoria andato ben oltre i tempi di contrattazione che seguono la chiusura delle Borse. Ore cruciali, con salita al Quirinale di premier e ministro.
Si è partiti con i tre colossi quotati in Borsa: Eni, Enel, Finmeccanica. Ma il premier ha voluto definire anche gli assetti delle Poste.Per Terna, il cui azionista di maggioranza non è il Tesoro, bisognerà aspettare le decisioni della Cassa depositi e prestiti. Lo snodo è stata l’Eni, la società più grande e più strategica del Paese, che si porta dietro le altre nomine.

IL CANDIDATO


del governo per la casella di amministratore delegato del Cane a sei zampe è Claudio Descalzi, uomo che viene dall’interno visto che è l’attuale direttore generale esplorazione: dovrà essere votato dall’assemblea della società fissata per l’8 maggio. Finisce così l’era Scaroni (anche se Descalzi è un suo delfino), che sta chiudendo il suo terzo mandato. Prima di lasciare, il manager ha voluto illustrare a Napolitano la situazione degli approvvigionamenti energetici. Sostituito anche il presidente del colosso petrolchimico, Giuseppe Recchi, che lascia la poltrona a Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria. Evidentemente ha passato l’esame del comitato nomine: la direttiva Saccomanni prevede «l’assenza di conflitti di interesse anche in riferimento ad eventuali cariche in società concorrenti». La Marcegaglia guida un’azienda siderurgica che ha rappporti con Eni e con Enel. Si sa che gli Usa, temendo che possa continuare la politica energetica filo russa adottata da Berlusconi, avrebbero preferito altri candidati: Leonardo Maugeri (consigliere energetico di Obama) e Marta Dassù, presidente dell’Aspen ed ex ministro degli Esteri.
Dopo 9 anni è costretto a mollare Fulvio Conti. Al suo posto di capo azienda Enel andrà Francesco Starace, ad di Enel green pawer. Mentre il presidente Paolo Colombo sarà sostituito da Patrizia Grieco, presidente esecutivo di Olivetti. Mario Moretti trasloca da Fs in Finmeccanica prendendo il posto di Alessandro Pansa. Confermato il presidente Gianni De Gennaro. Passano di mano le Poste. Massimo Sarmi cede il posto a Francesco Caio, mister Agenda digitale mentre il presidente Giovanni Ialongo verrà sostituito da Luisa Todini (il suo nome è spuntato dopo una serie di contatti con FI), ora nel Cda Rai. Il governo, dice Delrio, non ha fatto nomine «di larghe intese, ha scelto manager capaci».