ROMA
IL RINNOVAMENTO
globale in salsa renziana non convince del tutto Piazza Affari. Su Finmeccanica (-5,22%), Enel (-2,39%), e Terna (-1,55%) sono scattate le vendite, mentre Eni (-0,38%) si è difesa meglio. La giornata borsistica da tregenda non ha aiutato, ma il giudizio ha penalizzato in particolare Finmeccanica perché gli analisti temono che Moretti (anche perché proveniente da Ferrovie) possa riconsiderare la cessione di Ansaldo Sts (in calo del 4,81%) e Ansaldo Breda. Su Enel il giudizio è misto. Se è infatti positiva la valutazione di Equita, soprattutto sull’incarico a Starace, che «continuerà sulle linee di piano strategico del gruppo», qualche dubbio invece lo esprimono gli analisti di Mediobanca, che, al contrario, vedono il rischio che la nuova squadra «possa rivedere alcuni obiettivi presentati lo scorso marzo». In ogni caso, per Mediobanca Securities il fatto che siano stati promossi manager interni «è positivo in quanto contribuisce a dare l’impressione di una professionalizzazione nella gestione delle società. Ed è importante che né il precedente ad di Eni, né l’omologo in Enel, saranno nel cda, una cosa che segna chiaramente la distanza con il passato».
Ieri il Quirinale è intervenuto con una nota per criticare «ricostruzioni fantasiose che in qualche caso hanno attribuito addirittura al Capo dello Stato interventi nel merito delle nomine, quando invece nessun intervento del genere si è verificato e sono state rispettate le responsabilità di decisione del governo».

DA NOTARE


che le scelte di Matteo Renzi hanno però deluso gli americani, che contavano su nomi più amici all’Eni. In particolare sarebbe stato gradito come ad Leonardo Maugeri, ex Eni, che oggi insegna ad Harvard e ha collaborato con Obama, o come presidente l’ex viceministro degli Esteri Marta Dassù, ricercatrice di area dalemiana che è nella Trilateral ed è stata direttore dell’Aspen Institute. Invece, niente.
E sulla rosa di nomi si accendono anche polemiche, la più velenosa delle quali riguarda Emma Marcegaglia, duramente attaccata dal M5S. «La Marcegaglia spa — attacca il deputato Luigi Di Maio — ha condiviso con Eni ed Enel una vicenda giudiziaria relativa a presunte tangenti versate per aggiudicarsi alcuni appalti. Per quei fatti, il fratello di Emma, Antonio Marcegaglia ha patteggiato una pena (sospesa) di 11 mesi per corruzione e ha pagato oltre 6 milioni di euro».
Ieri poi, ha attaccato la Fiom Cgil, «Emma Marcegaglia ha ringraziato il paese licenziando 170 lavoratori» dello stabilimento Buildtech di Milano. In realtà, replica il gruppo, è un trasferimento a Pozzolo Formigaro, in provincia di Alessandria.
Alessandro Farruggia