Alessandro Fiesoli
Firenze
ULTIMO

avviso per i naviganti in maglia azzurra: «Chi sbaglia sta a casa perché vuol dire che non regge la pressione, il codice etico sarà in vigore anche nell’ultimo mese». E’ stato in risposta a una nostra domanda su Cassano, ma riferendosi a tutto il gruppo e non al barese, sarà bene precisarlo, che Prandelli ha ripetuto ad alta voce le quattro regole illustrate ai 42 giocatori che hanno preso parte ai due giorni di test atletici a Coverciano: «Ho parlato a tutti, e i punti sono quattro: 1) sono stanco, stufo di vedere certi atteggiamenti in campo, in questo senso siamo uno degli ultimi campionati; 2) i giocatori della nazionale devono avere forza interiore senza prevaricare gli altri con cazzotti e gomitate, 3) alla prossima convocazione saranno di meno, ma chi è stato qui deve essere contento lo stesso anche per il futuro; 4) nell’ultimo raduno prima del mondiale, dovranno pensare solo alla maglia azzurra. E i giocatori sono con me, tutti». Che poi la nazionale abbia sempre bisogno di un po’ di pepe e di scosse elettriche, fa parte del gioco.
«In Brasile vogliamo arrivare fino alla fine, e speriamo in un’emozione lunga un mese», è quanto si è augurato Prandelli. Il blocco è già pronto, il ct ha in testa sedici-diciotto giocatori, e fra questi ci sono ormai anche Romulo («Può ricoprire più ruoli, ha corsa e tecnica») e con forti probabilità anche Cassano («L’ho ritrovato con il sorriso, sta bene»). Prandelli ha in testa un’Italia di qualità e carattere: «Punteremo molto sul nostro centrocampo, l’arma in più, e in quel reparto potrei portare anche nove giocatori, e in quanto a carattere non saremo secondi a nessuno, ne sono convinto». Porta chiusa per Totti e Toni («Grande rispetto per loro, ma parliamo di chi è qui, se poi ci saranno emergenze, vedremo, ma in linea di massima i giocatori sono questi»), e dubbi da sciogliere, come in attacco, con Immobile e Destro in rialzo, in attesa di vedere se ‘Pepito’ Rossi giocherà la finale di coppa Italia: «Facciamo tutti il tifo per lui, ma dobbiamo aspettarne il recupero fisico e psicologico, senza mettergli pressione, speriamo di vederlo presto in campo». E sul suo contratto? «Dobbiamo ancora incontrarci. Ho fatto anche una battuta, pensavo di guadagnare di più del milione e 700 di cui è stato scritto, ho deciso di condividere un progetto perché è un messaggio straordinario per un calcio italiano schizoferenico e incapace di programmare». Passando, con tutto il suo fascino e i suoi rischi, dal mondiale in Brasile.