ROMA
SANITÀ
e difesa. Oltre a una pioggia di interventi diffusi sulla pubblica amministrazione e al confermato aumento al 26% dell’aliquota sulle rendite finanziarie. Il decreto Irpef, sul fronte delle coperture, porterà come corollario la definizione delle misure della prima spending review del governo Renzi. E sarà un intervento robusto, che colpirà il sistema sanitario nazionale per circa 2,4 miliardi in due anni e la difesa per oltre un miliardo fino al 2015. Sempre che l’impianto venga confermato: la trattativa andrà avanti fino all’ultimo. Soprattutto sul fronte della sanità, il braccio di ferro in atto potrebbe riservare sorprese.
Partendo proprio da questo capitolo, le risorse a disposizione delle Regioni saranno ridotte di 868 milioni quest’anno e di 1,5 miliardi dal 2015. Saranno principalmente le voci di acquisto di beni e servizi a subire un dimagrimento: dovranno contribuire con 200 milioni per il 2014 e con 500 milioni dal 2015. Saranno riviste le tariffe delle convenzioni per gli ospedali privati, saranno ridotti i farmaci rimborsati e sarà abbattuto il tetto della spesa farmaceutica territoriale. Ma è ancora in corso il braccio di ferro tra ministero dell’Economia e della Salute.

CURA


da cavallo anche sul fronte della difesa. I programmi di investimento pluriennale dovranno subire una riduzione non inferiore ai 200 milioni per il 2014 e ai 900 milioni dal 2015; in questo quadro potrebbe essere rivisto anche l’acquisto degli F35.
Per rimpolpare questo pacchetto arriveranno diverse stangate alla pubblica amministrazione. Un contributo sarà dato dalla presidenza del Consiglio stessa, che dovrebbe portare a casa risparmi pari a 20 milioni per il 2014 e a 24 milioni a partire dal 2015. Le auto blu dovranno portare un risparmio del 70% rispetto alla base del 2011. E potrebbe essere eliminata già dallo scorso gennaio l’esenzione Imu per i fabbricati rurali.

UN PACCHETTO


di risorse arriverà dal taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici. Saranno istituiti quattro tetti: 239mila euro lordi all’anno, la stessa cifra del capo dello Stato, per i dirigenti apicali, 185mila per i capi dipartimento, 109mila per i dirigenti di prima fascia e 95mila per quelli di seconda. Saranno ricompresi organi costituzionali, Banca d’Italia e Autorità indipendenti, nonché magistratura e Servizio sanitario nazionale. Torna poi l’operazione ‘cieli bui’ con i tagli all’illuminazione pubblica. Le società a totale partecipazione pubblica dovranno tagliare i costi di almeno il 2% nel 2014 e del 3,5% nel 2015. Vengono abolite le tariffe agevolate sulle lettere per le campagne elettorali. E salta il Pra, il registro delle automobili, con un risparmio di 60 milioni ogni dodici mesi. Per chiudere il cerchio, infine, viene confermato il miliardo in arrivo dall’aumento della tassazione delle banche. Mentre non dovrebbe rientrare tra le coperture l’Iva derivata dai pagamenti dei debiti della Pa.
Matteo Palo