ROMA
PROPRIO
nel giorno in cui il premier Renzi promette aiuti ai nuclei familiari, dall’Istat arrivano dati allarmanti sulla situazione famiglie italiane, strette tra crisi economica e mancanza di lavoro, due facce della stessa medaglia. Secondo l’Istituto nazionale di statistica, sono infatti oltre un milione le famiglie dove nessuno dei componenti lavora, o perché il lavoro l’ha perso o perché non lo trova. Una crisi dura, tanto che — secondo Unimpresa — sono sempre più coloro che per fare la spesa ricorrono a offerte speciali o catene low cost tipo i discount, dove nel primo trimestre del 2014 gli acquisti sono cresciuti del 60%. Secondo la Coldiretti, il quadro è ancora più tragico: sono stati quasi 4,1 milioni gli italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare nel 2013, con un aumento del 10% rispetto al 2012.


MA

torniamo ai dati Istat, che mettono in evidenza come le famiglie senza reddito da lavoro nel 2013 arrivano a oltrepassare la soglia del milione. La crescita nell’ultimo anno è stata pari al 18,3%, con altre 175mila finite nel gruppo che l’Istituto di statistica classifica ‘con tutte le forze in cerca di lavoro’. Le situazioni più critiche potrebbero coincidere con quelle delle coppie con figli, quasi mezzo milione, a cui si aggiungono più di 200 nuclei monogenitore, dove nella gran parte dei casi il solo capofamiglia è una donna, o meglio una mamma.

SICURAMENTE

l’identikit della famiglia che non può fare riferimento su uno stipendio varia: dagli anziani, con un figlio disoccupato e l’altro ancora studente, alla giovane madre alla ricerca di un impiego che deve farsi carico dei bambini senza l’aiuto dell’altro genitore; dal sigle che ha perso il posto alla coppia di giovani che non riesce a trovare ancora nulla.
A soffrire di più, ancora una volta, è il Mezzogiorno, con 598mila famiglie, dove coloro che sono forza lavoro risultano tutti disoccupati. Seguono il Nord, che ne ha 343mila, e il Centro, con 189mila. Ma il fenomeno avanza dappertutto, basti pensare che a confronto con due anni prima, l’aumento è addirittura del 56,5%.
E i conti non tornano, o meglio tornano quelli della crisi, se si va a guardare il numero dei nuclei in cui tutti i componenti che partecipano al mercato del lavoro hanno un’occupazione, pari a 13 milioni e 691mila, in calo di 281mila unità (-2%).