PARIGI, 23 aprile 2014 - LA VICENDA del Sofitel di New York? «Enorme, una bomba». L’accusa di stupro ai danni di una cameriera dell’albergo? «Non ci ho creduto e so che non è vero». Anne Sinclair parla per la prima volta in tv, a tre anni dallo scandalo planetario in cui si ritrovò coinvolto l’ex marito Dominique Strauss-Kahn, e afferma di non aver mai dato peso alle «voci» che circolavano sulle sue abitudini sessuali.
«Che mi crediate o no, io non sapevo (delle avventure di Dsk, ndr)», dice la celebre giornalista che 20 anni fa conduceva ‘Sept sur sept’, il talk-show più seguito della storia della televisione transalpina, e dal 2012 è alla direzione dell’Huffington Post francese, nell’intervista andata in onda ieri sera sulla rete pubblica France 2.
«Quando sposai Dominique — prosegue — sapevo che era uno ‘charmeur’, un seduttore. Questo lo sapevo». Era anche al corrente delle ‘voci’ che circolavano su Dsk e le sue debolezze sessuali, ma «le voci sono fatte apposta per distruggere, per uccidere, per rovinare, per questo le ignorai».
E aggiunge: «Quando avevo dei dubbi andavo a chiedergli se le cose erano vere oppure no. Sapeva smentire e rassicurarmi».

SULLA VICENDA del Sofitel di New York, esplosa il 14 maggio 2011, quando Strauss-Kahn, alla testa del Fondo monetario internazionale (Fmi) e preferito all’Eliseo nelle elezioni presidenziali, fu arrestato davanti ai flash dei fotografi e accusato di stupro ai danni di una cameriera dell’albergo, Nafissatou Diallo, la Sinclair non ha dubbi: «Non ci ho creduto, non ci credo e so che non è vero».
Allora si mostrò forte e determinata, sempre accanto al marito che aiutò finanziariamente, pagando la cauzione milionaria grazie alla sua ricca eredità (il suo nonno materno era Paul Rosemberg, uno dei più grandi mercanti d’arte del ventesimo secolo). Nel 2012 la causa penale venne abbandonata da parte dei giudici americani che espressero dubbi sulla credibilità dell’accusa. Un accordo finanziario segreto tra le parti chiuse anche la causa civile. L’ex direttore del Fmi è tuttora coinvolto in un altro scandalo a sfondo sessuale: il giro di squillo dell’Hotel Carlton di Lille nel quale è indagato per sfruttamento della prostituzione.
Colei che fu la moglie di Dsk per 20 anni — lo sposò in seconde nozze nel 1991 e se ne separò nel 2012 — ammette che dal punto di vista giornalistico il caso del Sofitel fu «enorme, una bomba». «Ogni tanto — conclude la Sinclair — mi chiedo se sia davvero accaduto o se sia stato un incubo. Tutto è stato violento, incluse le reazioni della stampa, e non parlo della stampa di gossip. Ci sono molti giornalisti che mi hanno sorpreso per la loro mancanza di tatto, per il loro modo di improvvisare commenti sulla psicologia o rivelare dettagli scabrosi e provare a costruire romanzi. Come se quel romanzo non bastasse. E questo l’ho trovato molto violento».

L’INTERVISTA di Anne Sinclair ha involontariamente contribuito a far salire l’attesa per l’uscita di Welcome to New York, il film di Abel Ferrara ispirato allo scandalo del Sofitel. Dominique Strauss-Kahn verrà interpretato da Gérard Depardieu. In Francia, la pellicola uscirà solo su Internet (mentre negli Usa sarà anche proiettato in sala), durante il Festival di Cannes (14-25 maggio). La direzione della kermesse si è infatti rifiutata di inserire il film nel cartellone. «Trovare i soldi non è stato facile — ha spiegato il regista — ma non mi sono mai arreso. E sul set non ho inventato nulla, ho lasciato parlare i fatti».