CITTÀ DEL VATICANO
MENTRE
si avvicina il grande giorno del maxi evento delle canonizzazioni di Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II in piazza San Pietro, il Vaticano sgombera il campo da ogni residua contestazione o polemica in grado di gettare ombre sulla santità dei due Papi. In particolare quelle che hanno colpito in tempi più o meno recenti, il pontefice polacco, canonizzato a tempo di record. Sul rapporto con il fondatore dei Legionari di Cristo, Marcial Maciel, «c’è stata un’inchiesta specifica per fare massima chiarezza e dallo studio dei documenti è emersa una risposta netta: non esiste alcun segno di coinvolgimento personale di Giovanni Paolo II in questa vicenda», ha sentenziato il postulatore della causa, il polacco monsignor Slawomir Oder. Maciel, fondatore di uno degli ordini più floridi tra numero di vocazioni e beni materiali degli ultimi decenni, è stato processato e infine condannato canonicamente con la sospensione ‘a divinis’ da Benedetto XVI per la sua vita scandalosa, fatta di abusi sessuali su seminaristi, figli da diverse donne e tossicodipendenza.
A dire che Giovanni Paolo II non sapeva nulla della condotta sfrenata del carismatico Maciel, c’era stato di recente anche il suo segretario storico, Stanislao Dziwisz, ma le critiche non si sono mai sopite. Ieri, dal briefing in sala stampa vaticana, Oder ha voluto anche precisare quanto emerso sui presunti dubbi che il cardinale gesuita Martini, spesso descritto come in antitesi al pontificato di Ratzinger, nutriva sulla canonizzazione di Wojtyla. Secondo Oder, Martini non era affatto contrario e le interpretazioni emerse in questo senso sono «non giuste e non vere». Più che altro, hanno raccontato i due postulatori, i presto santi Roncalli e  Wojtyla avevano difetti come tutti gli altri uomini.

IL ‘PAPA


buono’ ironizzava su sè stesso. Raccontò, ad esempio, a un amico vescovo che, eletto Papa, non riusciva più a dormire per i troppi pensieri. Poi una notte gli apparve in sogno l’angelo custode che gli disse: «Angelo, non prenderti troppo sul serio!». Da allora, Roncalli dormì «benissimo». E se Giovanni XXIII era capace di tale serenità, affidandosi alla Provvidenza, Wojtyla di contro era spesso «sanguigno, anche brusco», ha concesso Oder, ma anche lui si affidava alla speciale protezione dall’alto come dimostrò rifiutando con fermezza il giubbotto antiproiettile che la sicurezza tentò di imporgli dopo l’attentato.
Intanto a Roma la macchina organizzativa è partita a pieno ritmo. Le Ferrovie hanno potenziato i treni mentre solo nel I municipio, quello del centro storico, si aspettano oltre 4000 pullman. Via della Conciliazione in queste ore ha l’aria del cantiere con lavori in corso ma il sindaco Marino ha assicurato che domenica la Capitale sarà pronta.  
Nina Fabrizio