Nino Femiani
AVELLINO
PER 50 ANNI

, più che il padrone, è stato il santo protettore di Nusco. Bastava recarsi nei pressi della sua villa nel giorno di San Ciriaco, ai primi di agosto, per assistere all’incessante pellegrinaggio che iniziava la mattina e continuava fino a notte fonda. Ora, il ‘santo protettore’ cerca di mettersi intorno al petto anche una fascia tricolore. Sì, perché a 86 anni, il patriarca De Mita non teme alcun autunno e si lancia in una nuova battaglia. A sostenerlo saranno un po’ tutti. Unici a stare dall’altro capo delle barricata sono i piddini locali che, per qualche settimana, avevano anche covato l’idea intrigante di appoggiarlo, ricucendo lo strappo del 2008 quando Walter Veltroni negò a Ciriaco la candidatura. Ma poi hanno deciso: nessun ramoscello d’ulivo. Così stanno cercando un candidato da contrapporgli, magari pescando nella sua stessa famiglia (non il nipote Giuseppe che, dopo anni di sfrontata ribellione, è tornato all’ovile).

«TUTTO

pensavo tranne che candidarmi a sindaco», dice con quella punta di civetteria che lo porterà, se eletto, a restare in carica fino a 91 anni quando sarà uno dei primi cittadini più vecchi d’Europa. Quell’Europa in cui, da eurodeputato, non ha mai brillato, se non per le assenze. «Dopo un anno già non ne potevo più e volevo lasciare. Ma sarebbe subentrato quello che mi ha fatto la guerra e allora ho deciso di rimanere».
Strasburgo è acqua passata, ora c’è da correre per la poltrona di primo cittadino. E ha già pronto lo slogan ‘cerebrale’: «Rifacciamo comunità». Lo spiega mentre, macerando eterni dubbi ed elucubrazioni filosofiche, attende la scadenza di domani quando presenterà il listone con il suo nome e quello degli 11 consiglieri: «Sono convinto che il nostro futuro non sia l’antieuropeismo o l’europeismo spinto, ma la rinascita delle comunità».

UN RITORNO


alle radici, come fanno i vecchi saggi che, dopo aver attraversato tutti i mari tempestosi della politica — è stato parlamentare italiano ed europeo, presidente del Consiglio e segretario della Dc quando la Balena bianca aveva ancora la stazza da Moby Dick —, declinano verso l’impegno accanto a chi li conosce da sempre. «Per me la conservazione delle radici è la condizione necessaria per chi fa politica». A sentirlo così sembra quasi che l’inossidabile Ciriaco abbia fatto un po’ di ruggine. Ma basta graffiare la parte molle e trovi subito lo spirito guerriero. Che non fa mai sconti ai nemici storici. Così se il Pd locale gli fa la guerra, lui azzanna ancora Veltroni: «Non mi ha neanche menzionato nel suo documentario né invitato alla presentazione. Eppure io ero stato uno degli interlocutori privilegiati dei Berlinguer».
Mentre cala la sera il vecchio leader soffia orgoglio come se fosse il sonaglio di un serpente: «Sono di Nusco, e senza Nusco non sarei io».