Gerardo Fiorillo
LOVERE (Bergamo)
DOLORE

e silenzio nel paese di Marco Gusmini, il ragazzo di 21 anni schiacciato dalla croce dedicata a Wojtyla mentre era in gita con gli amici dell’oratorio a Cevo, in Val Camonica. Marco abitava in via Papa Giovanni XXIII, a Lovere. Una beffa del destino. Lui, che tanto venerava il Papa polacco, portato cadavere nella via dedicata al Papa buono bergamasco. Tutti lo conoscevano in paese, tutti gli volevano bene. Ieri è stato un pellegrinaggio incessante di amici e conoscenti nella sua casa, al terzo piano di un palazzo, a poche decine di metri dal lago, preso d’assalto dai turisti. Un’atmosfera surreale. I familiari di Marco si sono chiusi nel dolore. Uno strazio che annienta le parole. Don Marco Mori, responsabile degli oratori della diocesi di Brescia, cui Lovere fa capo, ha assunto il ruolo di portavoce della famiglia. «Rispettate il loro dolore — dice ai cronisti —. Marco era un ragazzo gioviale e socievole, l’oratorio era casa sua. Si sentiva utile e partecipava assiduamente alle attività di gruppo. È una tragedia assurda». Il sacerdote che era con i ragazzi al momento della disgrazia, don Claudio Laffranchini, si è invece chiuso in un comprensibile mutismo: «Sono distrutto», le sue uniche parole. Il papà di Marco, Luciano, fa l’operaio, mentre la madre Mirella Collini è conosciuta in paese perché maestra di scuola materna. Sono loro che hanno consolato don Laffranchini. Stasera il paese si stringerà intorno alla famiglia. Dopo la veglia, alle 21 partirà una fiaccolata che attraverserà tutta Lovere, fino all’oratorio. I ragazzi leggeranno nel percorso alcuni testi di Giovanni Paolo II.
I funerali si terranno domani alle 15 nella basilica Santa Maria Assunta. I familiari hanno chiesto non fiori, ma offerte all’oratorio in fase di ristrutturazione. La Procura di Brescia ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, un atto dovuto.