Stefano Grassi
ROMA
«DASPO

a vita». È la proposta choc di Angelino Alfano, smentito a stretto giro dal presidente del Consiglio, che ritiene invece necessaria una più ampia corresponsabilizzazione delle società sportive. Di fronte alle proteste per quello che è successo sabato sera alla finale di Coppa Italia e alle richieste di riferire in Parlamento, il ministro dell’Interno parte all’attacco: «Occorre inasprire le misure contro i violenti, raddoppiando il Daspo in caso di recidiva. Oggi è 5 anni più 5. Si potrebbe fare 5 più 10». Linea dura che trova ampi consensi. A partire dal presidente Napolitano che stigmatizza: «Non si parla con i facinorosi» e chiede «molta severità e interventi adeguati». Così come il ct della Nazionale Prandelli che invita a «non fare finta di nulla», ricordando la denuncia di Capello che «parlò di calcio in mano agli ultras». Un dato di fatto confermato dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, che vede lo «Stato in ostaggio dei delinquenti». Ma Renzi dice con forza: «Lo Stato c’è: Speziale non è libero, ha ucciso un uomo e sta in galera. Il calcio non lo lasceremo a quelle persone, non lo lasceremo ai vari Genny ’a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie. Questa battaglia di civiltà la vinceremo. È anche l’unico modo per tenere vivo il ricordo di chi ha perso la vita in questi anni, prime tra tutti le forze dell’ordine. Il Daspo a vita? È una proposta seria che studieremo, ma il discorso è più ampio, non si tratta solo di una questione di regole. Per esempio la sicurezza negli stadi non deve essere sostenuta economicamente dai cittadini, ma dalle società, che devono corresponsabilizzarsi».

E CONCLUDE

, smentendo Alfano: «Parlare con gli ultras è stato un errore, ma è vergognoso usare questi temi a fini elettorali». Ma Alfano continua a tenere il punto, ribadendo che l’ipotesi di una trattativa con gli ultras «non sta né in cielo né in terra». Sostenuto in questo dai diretti protagonisti che confermano la versione ufficiale. A cominciare dai dirigenti del Calcio Napoli, che fanno rilevare come in quelle concitate fasi si fosse diffusa la voce che nella sparatoria fosse rimasto ucciso un bambino, per cui Hamsik, su indicazione del presidente De Laurentiis, che era in stretto contatto, in tribuna autorità, con Renzi e con il presidente del Senato, Grasso, ha solo rassicurato i tifosi. Stessa linea di Gennaro De Tommaso, detto ’a Carogna, immortalato con una maglietta con su scritto ªSpeziale libero’, inneggiante all’ultras accusato della morte dell’ispettore Raciti, che probabilmente gli costerà un Daspo: «Hamsik ci ha solo detto che Ciro stava meglio».
Un video apparso su Internet intanto incastra il tifoso napoletano ferito dall’ultrà romanista Daniele De Santis, arrestato per tentato omicidio. E anche per la vittima sono scattati gli arresti con l’accusa di rissa, suscitando l’indignazione del sindaco partenopeo De Magistris oltre che dei parenti che si sono rivolti all’avvocato di Maradona.