ROMA
LA PARTITA
Tasi non si riesce ancora a chiudere. Ieri Piero Fassino, presidente dell’Anci, ha annunciato che il pagamento della prima rata della nova tassa sulla casa slitterà al 16 ottobre. Naturalmente si sta parlando dei Comuni che non delibereranno le aliquote entro domani (come previsto dalla legge) e quindi non potranno riscuotere entro il 16 giugno. Il governo però per i ritardatari sembra intenzionato a mantenere la scadenza del 16 settembre di cui si è parlato negli ultimi giorni per evitare ai contribuenti un moltiplicarsi di scadenze.

ULTERIORE elemento di incertezza è di tipo interpretativo. Il decreto Salva Roma stabilisce che nei municipi inadempienti la prima tranche dell’imposta va versata a dicembre. Solo per gli altri tipi di immobili (seconde case, negozi, capannoni e via dicendo) l’acconto si paga a ottobre. Attenzione, però: per fissare la proroga (30 luglio o 16 ottobre poco importa) occorre un provvvedimento ad hoc, dunque un decreto successivo al Salva Roma che, in quanto tale, ne annulla gli effetti.
Il tutto si dovrebbe chiarire oggi durante il consiglio dei ministri. Anche qui, però, non è detto che il tema sia inserito nell’ordine del giorno. Il governo potrebbe rinviare il via libera al decreto a una prossima riunione, che a questo punto arriverebbe dopo le elezioni europee. Altra questione in bilico è se e quanto lo Stato anticiperà ai comuni che non potranno incassare la Tasi a giugno. Secondo Fassino lo Stato deve comunque anticipare i soldi: «Succede ogni volta che un tributo da pagare viene prorogato. Anche per questo si è scelto di non fare la proroga per tutti i Comuni, se si fosse fatta per tutti il costo dell’anticipazione sarebbe stato molto più grande, di 4 miliardi».
La partita Tasi infiamma ovviamente la politica, impegnata con il voto di domenica. In serata il premier Matteo Renzi ha afferamato che la tassa sui servizi è stata «voluta dai precedenti governi» e ha evidenziato che, secondo i dati finora disponibili, nella maggior parte dei Comuni sarà più bassa dell’Imu, anche se comunque la decisione spetta ai sindaci.



INTANTO
, Maurizio Sacconi (Ncd), arriva a minacciare la crisi di governo. «La tassazione sugli immobili residenziali e produttivi da parte dei Comuni — dice — deve essere moderata, sostenibile da famiglie e piccole imprese, tale da non deprimere ulteriormente il mercato immobiliare. Il Nuovo Centrodestra pretende che il governo imponga un tetto alle aliquote compatibile con queste esigenze pena la crisi della coalizione, perchè un’imposizione incontrollata sugli immobili sarebbe la tomba della ripresa. La richiesta non è negoziabie». Se Sacconi «è in buona fede, aprano subito la crisi», replica Brunetta (FI).
ol.po.