Francesca Cozzi

Claudio Negri
Arcore (Monza e Brianza)
ALL’AMMAZZACAFFÉ



si prova a garrire il nome del nuovo allenatore del Milan ed è quello di Pippo Inzaghi. La Cena di Arcore tra Silvio Berlusconi e il suo principe di Condé, Adriano Galliani, ha comunque dettato la linea e la tendenza: soluzione interna, con l’addio a Clarence Seedorf e la strada pervia per Superpippo, genio opportunista delle aree e grifagno giovane allenatore assai presto svezzato nella Primavera. Due ore e mezza di tavola aperta, ospiti d’onore Fedele Confalonieri e Pippo Inzaghi medesimo. A mezzanotte Galliani e l’allenatore ufficioso lasciano Arcore senza dire motto, forse per rispetto di Seedorf, in via di liquidazione. Non si può dare la benedizione al successore col predecessore ancora formalmente al suo posto. Ma in conto Cena c’era anche da discutere di tutto lo scibile Milan, come ripartire, per dirla alla Silvio, stavolta cattivi, per non ripetere più gli errori di programmazione e di scelte nell’ultimo anno e mezzo di storia rossonera.
Giorno d’appetiti ad Arcore, dove la Cena era stata preceduta — com’è giusto, anche inordine temporale — dal pranzo di Famiglia del lunedì, con Barbara e gli altri figli. Quando arriva a villa San Martino, Galliani ha i vetri oscurati, perlomeno quelli della sua auto. Poi arriva un’altra macchina. Lì sopra, si favoleggia, potrebbe o dovrebbe esserci Superpippo. Il viavai di vetture, ai cancelli, è disorientante: tutti commensali? All’ora dell’aperitivo, quando l’Adriano era ancora distante dal desco di Silvio, il toto-allenatore s’era sfrondato di un forte candidato, Unai Emery: l’allenatore del Siviglia rimarrà tale: «Mercoledì (domani) firmerò il nuovo contratto». Bum. Una roulette russa senza spargimento di pallottole: vien da pensare che quella del basco sia stata una falsa pista architettata da Galliani per spingere Pippo? Ah Diavlo d’un uomo. A quel punto restavano solo in due e mezzo, Seedorf, Inzaghi e un Donadoni avvinghiato come un bradipo al ramo delle percentuali ridotte. Ma era nei confronti di Superpippo che i curiosi di mestiere puntavano i loro sagaci nasi: proprio con Inzaghi l’ad campale — nonché primo estimatore del piacentino — aveva avuto nel pomeriggio un incontro allargato allo staff inzaghesco. Dopo il rapido praticantato con la Primavera, Inzaghi era un anno fa assurto al ruolo di allenatore ombra del Milan, infestando le notti, prima di Allegri e poi di Seedorf. Ma ora l’ombra è uscita allo scoperto. A lui — salvo complicazioni — l’onore e l’onere di far bene dove altri unti del Signore di Arcore hanno fallito.