Valentina Beltrame

MODENA, 29 maggio 2014 - NESSUNA sana concorrenza tra le aziende che ambivano a lavorare per il Policlinico di Modena. Ma lavori assegnati a tavolino a società edili, tra cui importanti consorzi emiliani, e a imprese del settore biomedicale, in cambio di tangenti. Un sistema di mazzette «complesso e macchinoso, ma ben strutturato», quello venuto a galla grazie a un’indagine dei carabinieri del Nas di Parma, che ieri hanno sequestrato 24 conti correnti per 1 milione e mezzo di euro a nove dei 63 indagati per associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, turbativa d’asta e ricilaggio.
Al vertice della presunta organizzazione, l’ex direttore generale del Policlinico modenese Stefano Cencetti, già indagato nell’inchiesta sulle sperimentazioni ‘abusive’ in Cardiologia che nel 2012 coinvolse lo stesso ospedale. Se per quell’inchiesta Cencetti è indagato per omesso controllo, ora è considerato il promotore del sistema corruttivo degli appalti truccati.

L’INDAGINE riguarda i lavori assegnati nel 2007 e negli anni successivi, finché Cencetti, travolto dallo scandalo cardiologia, non è stato assegnato a un altro remunerativo incarico all’Ausl di Piacenza. Il sistema corruttivo scoperto dai Nas, coordinati dai pm Marco Niccolini e Pasquale Mazzei, si avvaleva di tre organizzazioni di servizio con sede a Carpi, Reggio Emilia ed Arezzo dove sarebbero passate le tangenti. Ad Arezzo l’ente perquisito si chiama Gutenberg ed è riconducibile alla compagna dell’ex deputato Ds, Vasco Giannotti, che si dice estraneo alle accuse.
A Carpi il blitz è scattato alla Hospital Facility Management, centro studi fondato da Cencetti con sede nel poliambulatorio di sua moglie. Secondo gli inquirenti i pagamenti non avvenivano mai direttamente dagli imprenditori edili e biomedicali al pubblico ufficiale (tra gli indagati ci sono dirigenti del policlinico del settore amministrativo) ma seguivano un percorso più tortuoso.

«GLI ESBORSI delle imprese corruttrici — scrivono i carabinieri — figuravano come accrediti su conti correnti che facevano capo ai principali indagati relativi a organizzazioni di divulgazione e promozione scientifica. Le dazioni di denaro a queste associazioni, tra cui la Hospital Facility Management, passavano per sponsorizzazioni a enti no profit o finanziamenti per l’organizzazione di convegni». Invece per gli investigatori erano le tangenti che poi venivano spartite tra l’ex dg e i suoi collaboratori. Non solo, i soldi subivano un ulteriore passaggio, di qui l’accusa di riciclaggio: dalle tre organizzazioni il denaro veniva trasferito attraverso false fatturazioni sul conto corrente del poliambulatorio di fisiokinesiterapia della consorte di Cencetti. I lavori assegnati illecitamenti ad aziende di tutta Italia riguarderebbero ristrutturazioni di interni ed aree verdi dell’ospedale e l’acquisto di macchinari e strumenti biomedicali.