SIETE mai stati alla parata militare del 14 luglio, a Parigi? Meglio se no, perché così avete la fortuna di evitare confronti con la nostra parata del 2 giugno. O con quello che di essa è rimasto.
Si è detto che è stata una sfilata da spending review, nonostante la dovizia di uniformi storiche, limpeccabile disciplina dei reparti e la buona volontà degli organizzatori. Peccato...
Il ribasso si giustifica con la crisi e la ripresa che stenta a fare capolino, ma non è escluso che la componente ideologica o demagogica anche questanno abbia giocato alla grande. Cè, infatti, chi si dice convinto che un certo tipo di riduzioni, quando toccano i simboli, siano parenti strette del populismo, piuttosto che dellausterità.
COSÌ, i risparmi sulla parata per la festa della Repubblica si collegano facilmente non a unoculata amministrazione, ma alla vendita a prezzi stracciati di cento auto blu, ai corazzieri appiedati, a un sindaco che raggiunge il Vaticano in bicicletta, a un presidente che va a piedi tra la folla da Palazzo Chigi allAltare della Patria. Questanno, tuttavia, è stato notato qualche flebile segnale di ripresa. I corazzieri sono tornati in sella e la scia tricolore della Pattuglia acrobatica è ricomparsa, con larga soddisfazione del pubblico, nel cielo della Capitale. Novità anche in tribuna, dove il nostro saggio Presidente della Repubblica sembrava intento a indottrinare il giovane ma attento presidente del Consiglio su usi, costumi e comportamenti nei rapporti con le Forze Armate e in occasione di grandi feste nazionali.
IN AUMENTO anche le presenze rosa, con i ministri della Difesa e degli Esteri in primo piano: la ripresa ancora non cè, ma in quanto a pari opportunità in Italia qualcosa si muove. Risveglio dellorgoglio nazionale, con lunghi applausi al reggimento San Marco.
Segnali deboli per unItalia in rilancio, che chiede più peso in Europa e che, fingendo il contrario, guarda con un po di invidia verso i cugini francesi. La parata del 2 giugno poteva essere unoccasione per rialzare la testa, ma così non è stato. Dopo anni di buio, il presidente Ciampi era riuscito a ripristinarla. Ma forse è rimasto deluso...
Si è detto che è stata una sfilata da spending review, nonostante la dovizia di uniformi storiche, limpeccabile disciplina dei reparti e la buona volontà degli organizzatori. Peccato...
Il ribasso si giustifica con la crisi e la ripresa che stenta a fare capolino, ma non è escluso che la componente ideologica o demagogica anche questanno abbia giocato alla grande. Cè, infatti, chi si dice convinto che un certo tipo di riduzioni, quando toccano i simboli, siano parenti strette del populismo, piuttosto che dellausterità.
COSÌ, i risparmi sulla parata per la festa della Repubblica si collegano facilmente non a unoculata amministrazione, ma alla vendita a prezzi stracciati di cento auto blu, ai corazzieri appiedati, a un sindaco che raggiunge il Vaticano in bicicletta, a un presidente che va a piedi tra la folla da Palazzo Chigi allAltare della Patria. Questanno, tuttavia, è stato notato qualche flebile segnale di ripresa. I corazzieri sono tornati in sella e la scia tricolore della Pattuglia acrobatica è ricomparsa, con larga soddisfazione del pubblico, nel cielo della Capitale. Novità anche in tribuna, dove il nostro saggio Presidente della Repubblica sembrava intento a indottrinare il giovane ma attento presidente del Consiglio su usi, costumi e comportamenti nei rapporti con le Forze Armate e in occasione di grandi feste nazionali.
IN AUMENTO anche le presenze rosa, con i ministri della Difesa e degli Esteri in primo piano: la ripresa ancora non cè, ma in quanto a pari opportunità in Italia qualcosa si muove. Risveglio dellorgoglio nazionale, con lunghi applausi al reggimento San Marco.
Segnali deboli per unItalia in rilancio, che chiede più peso in Europa e che, fingendo il contrario, guarda con un po di invidia verso i cugini francesi. La parata del 2 giugno poteva essere unoccasione per rialzare la testa, ma così non è stato. Dopo anni di buio, il presidente Ciampi era riuscito a ripristinarla. Ma forse è rimasto deluso...
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