NEW YORK
LE PROMESSE
sono diventate fatti. Il messaggio è arrivato chiaro e diretto. Barack Obama sbarcato ieri a Varsavia per tranquillizzare gli alleati Nato preoccupati dall’aggressività di Mosca, ha annunciato che il Pentagono è pronto a irrobustire la sua presenza in Europa con un’iniezione immediata di 1 miliardo di dollari che significano più truppe, più pattugliamenti aerei e più mezzi proprio negli stati che confinano con la Russia di Putin.
Quella di Barack non è ancora la completa strategia americana per contenere Mosca dopo l’annessione della Crimea, perché si definirà oggi e domani al G7 di Bruxelles, ma diventa la mossa militare preventiva per scoraggiare ogni escalation russa ai confini. Parlando al fianco del presidente polacco Komorowski, Obama, giunto a Varsavia anche per celebrare il venticinquesimo anniversario di Solidarnosc che segna l’inizio del primo voto libero in un ex paese del blocco comunista, ha voluto mandare un segnale anche agli altri paesi confinanti con la Russia ma che non fanno parte della Nato come Ucraina, Georgia e Moldova che potrebbero sentirsi rassicurati dalla presenza di unità navali americane nel Mar Nero e dal pattugliamento di una quindicina di aerei nelle zone del Baltico.

BARACK


ha però chiesto anche agli altri paesi dell’alleanza di potenziare i loro sforzi militari, razionalizzando meglio le forze e aumentando gli investimenti alla difesa per far fronte comune contro un’eventuale minaccia esterna.
«I nostri piani — dice Obama — non devono essere solo un pezzo di carta firmato e messo in uno scaffale, ma un’effettiva e rapida capacità di mobilitazione collettiva in caso di bisogno».

CON LA MENTE


sempre rivolta a Putin che vedrà in Normandia e forse a Parigi in occasione del 70° anniversario del D-Day, (anche se la Casa Bianca non specifica se ci sarà un vero faccia a faccia) Barack ha definito «di lavoro» l’attuale relazione con Mosca ma ha smorzato i toni delle scorse settimane di fronte al lento ritiro delle forze del Cremlino dai confini dell’Ucraina . «Noi non intendiamo minacciare la Russia, — ha detto — anzi vogliamo collaborare e avere buone relazioni col Cremlino, ma se ci saranno ulteriori provocazioni come quelle in Ucraina e Crimea, si saranno anche ulteriori costi».

LA TAPPA

a Varsavia ha permesso a Barack di avere i primi colloqui col neo eletto presidente Ucraino Poroshenko, ma è servita anche a discutere con i leader di Bulgaria, Republica Ceca, Estonia, Croazia,Ungheria, Lettonia, Lituania, Romania e Slovenia i problemi della sicurezza dell’Europa centrale.
L’incontro col presidente polacco Komorowski per l’annuncio dell’aumento delle truppe e dei mezzi militari, incluso il riposizionamento dei missili dello scudo europeo pensato come difesa dall’Iran ma riadattabile anche per la minaccia russa, è avvenuto in un hangar di fronte a una linea di nuovissimi caccia F-16. Ed è un’immagine che non ha bisogno di traduzioni. Oggi a Bruxelles saranno i sette grandi a definire la linea anti-Mosca dopo avere escluso Putin dal summit che si sarebbe dovuto tenere a Sochi.