Lorenzo Bianchi
I QAEDISTI
somali di al-shabaab seminano cadaveri e distruzione 48 chilometri a sud est dell’isola keniota di Lamu, un classico paradiso delle vacanze per occidentali, specialmente inglesi, in cerca di sole, palme e spiagge bianche. Dopo aver fulminato 53 persone che guardavano i mondiali di calcio Mpeketoni hanno preso di mira lunedì due villaggi vicini, Poromoko e Majembeni. I corpi senza vita recuperati sono almeno quindici. Secondo la Croce Rossa si sono perse le tracce di cinquanta persone. Dodici donne sono state rapite. Il portavoce dei miliziani somali Abdulaziz Abu Musab ha detto che il commando «ha fatto il suo dovere ed è tornato alla base dopo aver ucciso venti poliziotti e ranger». «Il raid — si legge in un comunicato recapitato all’emittente satellitare del Qatar al-Jazeera — è la risposta alla perdurante invasione militare del Kenya, all’occupazione di terre islamiche e all’uccisione di musulmani innocenti in Somalia». Un’interpretazione che è stata respinta categoricamente dal presidente del Kenya Uhuru Kenyatta: «Questo non è stato un attacco degli shabaab. Le prove indicano che le reti politiche locali sono state coinvolte nell’esecuzione di un crimine odioso. La polizia aveva avuto informazioni sull’attacco. Alcuni ufficiali sono stati sospesi e saranno perseguiti». Le modalità del massacro sembrano smentirlo. Anne Gathigi ha raccontato al Daily Mail che circa 30 miliziani sono arrivati a Mpeketoni domenica sera alle 20 su piccoli bus e hanno sparato ai non musulmani. «Sono venuti anche da noi — ricorda con orrore — e ci hanno chiesto in swahili se eravamo islamici. Mio marito ha risposto che siamo cristiani. Gli hanno sparato alla testa e al torace».
Secondo un altro testimone oculare chiedevano agli sventurati finiti nelle loro mani di recitare la
Shahada, la professione di fede musulmana. Chi esitava o taceva è stato passato per le armi.
Nel mese di ottobre del 2011 il Kenya ha lanciato un’operazione militare contro gli shabaab e dal 2012 partecipa alla missione
Amisom dell’Unione Africana che li combatte sul loro territorio. Gli attentati hanno inferto colpi durissimi al turismo. La smentita del presidente Kenyatta sembra dettata anche da questa preoccupazione. Il 15 maggio due operatori turistici britannici, Thomson Airways e First Choice, hanno rimpatriato circa 400 turisti da Mombasa e hanno annullato tutti i viaggi fino alla fine di ottobre.

IL 25 DELLO STESSO

mese la Farnesina ha pubblicato un «avviso particolare» nel quale consiglia di evitare tutte le aree prossime alla Somalia. La nota segnalava come pericolose le regioni di Garissa e di Mandera e invitava a non frequentare centri commerciali e locali notturni frequentati da stranieri. La reazione del governo di Nairobi ai raid degli shabaab è stata criticata anche dai kenioti. Secondo l’organizzazione degli avvocati «le forze di sicurezza sono incompetenti e prive di mezzi».