ROMA
LA SPIANATA
del Circo Massimo, ai piedi del Campidoglio, si è svuotata degli spettatori che hanno assistito a decine di migliaia al concerto per il mezzo secolo di vita dei Rolling Stones e si è riempita di rifiuti. Prevedibile, ma nel percorso incerto e accidentato del sindaco Ignazio Marino questo rappresenta un caso nel caso. Affitto simbolico, mondezza vera, tanto per sintetizzare il fuoco di fila dell’opposizione.
Lattine, bottigliette di plastica, cartacce e quant’altro per gli operatori dell’Ama che si sono messi al lavoro alle prime ore del
day after. E traffico bloccato, proprio nella fascia dei grandi spostamenti del lunedì mattina, per il viavai dei mezzi della nettezza urbana dall’ampia area recintata e nelle strade laterali di scorrimento. «Non è auspicabile, ma è normale che le persone lascino i rifiuti a terra: per la recente canonizzazione dei due Papi nella sola via della Conciliazione l’Ama ha raccolto 100 tonnellate di rifiuti», ha commentato ieri il primo cittadino della Capitale in una lunga intervista. Alla fine dell’impresa, per l’emergenza delle «pietre rotolanti» cominciata quando ancora batteva il sole e migliaia di persone erano già in fila ai cancelli, si prevede che le tonnellate di spazzatura rimossa saranno 40. Ieri la prima fase della pulizia «si è conclusa alle 13, a causa della presenza dei Tir e del personale addetto allo smontaggio del palco, che ha impedito per ragioni di sicurezza ai 50 operatori con 30 mezzi meccanici di avvicinarsi» al semicerchio superiore del grande catino. Se ne riparla oggi, per tornare alla completa normalità.
Capitolo costi, ovviamente solo per quanto riguarda la manutenzione straordinaria dell’area archeologica. «Per la prima volta abbiamo fatto pagare tutti i servizi agli organizzatori», continua Marino. Ecco le cifre: «Ad esempio, 40mila euro per il superlavoro dell’Ama, ma anche 23mila euro per l’apertura della Metro B due ore in più del limite consueto», sul totale di 176mila euro versati a copertura delle spese sostenute dagli Enti locali e dalle altre amministrazioni dello Stato.

GLI ORGANIZZATORI


dello show confermano: «Per avere il concerto di domenica che ha fruttato alla città il sold-out degli alberghi e che le ha permesso di scaldare i muscoli dell’economia, Roma avrebbe dovuto finanziarci con un milione di euro e invece tutti i rischi sono stati a carico nostro. I Rolling Stones hanno suonato a Roma forse per l’ultima volta nella storia e hanno fatto la storia». Infine, una provocazione: «Perché non hanno suonato a Tor Vergata? Perché il mondo è pieno di Tor Vergata, ma di Circo Massimo ce n’è solo uno e su queste cose l’Italia deve puntare per ripartire».
C’era preoccupazione anche per i possibili danni al vasto patrimonio archeologico del colle Palatino. Tira le somme la Soprintendente di Roma, Mariarosaria Barbera: «Avevo chiesto un piano di sicurezza per contrastare sul nascere ogni forma di azione lesiva dei luoghi: direi che i commissariati di Polizia, insieme agli steward dell’organizzazione, sono riusciti a superare l’esperimento».
B. Rug.