CITTÀ DEL VATICANO
UNA CHIESA
non più «legalista, né giudice che condanna», ma che pur mantenendo fermo il no alle legislazioni che riconoscono le nozze gay equiparandole al matrimonio tra uomo e donna, sappia dimostrare vera accoglienza e misericordia verso tutte le situazioni cosiddette «irregolari»: «coppie di fatto, convivenze, separati, divorziati risposati, ragazze madri». È una Chiesa ‘aperta’, che non lasci fuori le ampie realtà di fatto non in linea con la dottrina ufficiale, quella che vogliono fedeli ed episcopati mondiali coinvolti — iniziativa senza precedenti — in una consultazione a tutto campo sui temi della famiglia in vista del sinodo straordinario sulla Famiglia di ottobre, convocato da papa Francesco per rilanciare l’istituto a suo dire «in crisi mondiale».

I RISULTATI

dell’indagine tra i 114 episcopati mondiali, cui hanno contribuito singoli fedeli, hanno dato vita all’ Instrument laboris ‘Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione’, documento che farà da base ai lavori del sinodo. Così, sondando la Chiesa dal basso, come Bergoglio vuole, emerge come tanti fedeli respingano quelli che sentono come diktat della Chiesa su «controllo delle nascite, divorzio, seconde nozze, convivenza, omosessualità, rapporti prematrimoniali, fecondazione in vitro».
Di base c’è la scarsa conoscenza della dottrina cattolica che comunque si fatica a osservare, come nel caso della contraccezione, il cui utilizzo «le coppie non ritengono peccato», accostandosi lo stesso alla comunione. Forte, da parte degli episcopati, la richiesta di snellire la procedura per la nullità matrimoniale, mentre la maggior parte dei cristiani non comprende «perché la Chiesa non ammetta alla comunione coloro che si trovano in una condizione irregolare» come i divorziati risposati, perdonando «tanti peccati» ma non i loro.
Quindi il documento difende l’istituto del matrimonio, ma la ‘quasi unanimità’ sottolinea come i figli adottati delle coppie gay debbano ricevere «la stessa cura, tenerezza e sollecitudine degli altri bambini, sacramento del battesimo compreso». ‘Carità pastorale’ s’invoca anche sui divorziati risposati e certamente il tema del loro accesso, ora negato, alla comunione rimane uno dei più spinosi che il sinodo dovrà sciogliere. Sul tavolo c’è la proposta del cardinale Kasper, teologo elogiato dal Papa, che ha illustrato la via della penitenza per un nuovo accostamento alla comunione sollevando però una levata di scudi degli ambienti più conservatori.

PAPA



Francesco ai giornalisti in volo di ritorno da Israele aveva confidato: «A me non è piaciuto che tante persone, anche di Chiesa, abbiano detto: il Sinodo è per dare la comunione ai divorziati risposati, come se tutto si riducesse a una casistica». La discussione si annuncia rovente.