ROMA
SORRIDENTE, ma visibilmente stanco. Papa Francesco ieri è tornato ai suoi impegni dopo il malore che, laltro giorno, gli ha impedito di visitare il Policlinico Gemelli. Qualche colpo di tosse, la voce bassa, laria un po provata. Così di buonora ieri mattina il Pontefice si è presentato ai tanti appuntamenti della giornata, dal colloquio con alcuni vescovi alludienza privata al presidente del Madagascar fino al saluto con la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Una giornata fitta che oggi sarà ancora più impegnativa con la cerimonia del «pallio» che 24 arcivescovi metropoliti nominati nellultimo anno riceveranno dalle mani di Francesco nel corso della celebrazione per i santi apostoli Pietro e Paolo.
IL PALLIO è la tradizionale striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle ed è il simbolo del compito pastorale di chi lo indossa. Il vescovo di Roma lo concede ad arcivescovi metropoliti e primati come segno della giurisdizione in comunione con la Santa Sede. La giornata si preannuncia impegnativa per il Pontefice che, specie negli ultimi tempi, manifesta grande stanchezza. Una vita intensa dallalba al tramonto, la determinazione a portare fino in fondo la sua missione, il carattere generoso. Tutti elementi che pesano sulla salute di Papa Francesco. Ieri, via twitter, ha scritto: «Essere amici di Dio vuol dire pregare con semplicità, come un figlio si rivolge al genitore». A quello stesso genitore al quale il Papa affida la sua missione. «Pregate per me e per il mio ministero» ha insistito Bergoglio a conclusione dellincontro con la delegazione dei cristiani-ortodossi di Costantinopoli giunta a Roma proprio per partecipare alle celebrazioni di San Pietro e Paolo. Per loccasione via della Conciliazione sarà addobbata con una gigantesca infiorata dedicata ai santi da «maestri» di tutto il mondo.
IERI FRANCESCO si è trattenuto per dieci minuti con il presidente del Madagascar, Rajaonarim Ampianina, a Roma per partecipare alle cerimonie di oggi. In particolare un arcivescovo metropolita del suo Paese riceverà il pallio. Anche nella brevità di questo incontro si è colto il segnale dellaffaticamento del Pontefice che ha tossito più volte e mostrava di avere la voce bassa. Nel corso delludienza si è parlato della lotta alla povertà e alle diseguaglianze sociali nel quadro complessivo della situazione mondiale e, in particolare, dei conflitti che interessano alcune regioni. Accento spostato sul tema dellunità, invece, per i colloqui con la Chiesa Ortodossa. Una discussione, ha ricordato il Papa, avviata da Giovanni Paolo II e continuata da Benedetto XVI. «Abbiamo tutti bisogno ha sottolineato Francesco di aprirci con coraggio e fiducia allazione dello Spirito Santo».
Silvia Mastrantonio
SORRIDENTE, ma visibilmente stanco. Papa Francesco ieri è tornato ai suoi impegni dopo il malore che, laltro giorno, gli ha impedito di visitare il Policlinico Gemelli. Qualche colpo di tosse, la voce bassa, laria un po provata. Così di buonora ieri mattina il Pontefice si è presentato ai tanti appuntamenti della giornata, dal colloquio con alcuni vescovi alludienza privata al presidente del Madagascar fino al saluto con la delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli. Una giornata fitta che oggi sarà ancora più impegnativa con la cerimonia del «pallio» che 24 arcivescovi metropoliti nominati nellultimo anno riceveranno dalle mani di Francesco nel corso della celebrazione per i santi apostoli Pietro e Paolo.
IL PALLIO è la tradizionale striscia di stoffa di lana bianca avvolta sulle spalle ed è il simbolo del compito pastorale di chi lo indossa. Il vescovo di Roma lo concede ad arcivescovi metropoliti e primati come segno della giurisdizione in comunione con la Santa Sede. La giornata si preannuncia impegnativa per il Pontefice che, specie negli ultimi tempi, manifesta grande stanchezza. Una vita intensa dallalba al tramonto, la determinazione a portare fino in fondo la sua missione, il carattere generoso. Tutti elementi che pesano sulla salute di Papa Francesco. Ieri, via twitter, ha scritto: «Essere amici di Dio vuol dire pregare con semplicità, come un figlio si rivolge al genitore». A quello stesso genitore al quale il Papa affida la sua missione. «Pregate per me e per il mio ministero» ha insistito Bergoglio a conclusione dellincontro con la delegazione dei cristiani-ortodossi di Costantinopoli giunta a Roma proprio per partecipare alle celebrazioni di San Pietro e Paolo. Per loccasione via della Conciliazione sarà addobbata con una gigantesca infiorata dedicata ai santi da «maestri» di tutto il mondo.
IERI FRANCESCO si è trattenuto per dieci minuti con il presidente del Madagascar, Rajaonarim Ampianina, a Roma per partecipare alle cerimonie di oggi. In particolare un arcivescovo metropolita del suo Paese riceverà il pallio. Anche nella brevità di questo incontro si è colto il segnale dellaffaticamento del Pontefice che ha tossito più volte e mostrava di avere la voce bassa. Nel corso delludienza si è parlato della lotta alla povertà e alle diseguaglianze sociali nel quadro complessivo della situazione mondiale e, in particolare, dei conflitti che interessano alcune regioni. Accento spostato sul tema dellunità, invece, per i colloqui con la Chiesa Ortodossa. Una discussione, ha ricordato il Papa, avviata da Giovanni Paolo II e continuata da Benedetto XVI. «Abbiamo tutti bisogno ha sottolineato Francesco di aprirci con coraggio e fiducia allazione dello Spirito Santo».
Silvia Mastrantonio
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