QUANDO nasce una stella c’è sempre qualcuno a cui i rimpianti esplodono fra le mani. E in effetti, come pretendere che non si faccia travolgere dai rimorsi chi solo adesso si accorge che quel ragazzino messo nel mirino quattro anni fa è infine diventato una stella brillantissima, un predestinato, un uomo copertina? E già, oggi possiamo dirlo: James Rodriguez, vera star (a sorpresa) di questo Mondiale brasiliano, li valeva eccome, quattro milioni di euro, nell’estate del 2010. Tanto chiedeva in quei giorni il Banfield, squadra del campionato argentino, per vendere il cartellino del suo giovane di maggiori prospettive. Peccato però che Juventus, Udinese e Sampdoria, che prima di altre avevano intravisto nel ragazzo tracce di classe dietro una buccia ancora acerba, all’epoca non abbiano avuto il coraggio di portarselo a casa, quel trequartista genialoide. Sì, un vero peccato. Di cui però è strapiena la storia del calcio: basta ricordare il Como di Preziosi vicinissimo a un certo Lionel Messi, allora quindicenne, per mettersi l’anima in pace.
FATTO STA che, tornando al 2010 e al colombiano Rodriguez, fu il Porto del furbissimo presidente Pino da Costa ad azzardare la scommessa, scucendo i soldi necessari. Scommessa stravinta. Perché solo tre anni dopo, ossia la scorsa estate, quando il Monaco del magnate russo Ribolovlev ha deciso di puntare forte su James Rodriguez, sono stati 40 i milioni di euro incassati dal club portoghese, bottega carissima specializzata in plusvalenze stratosferiche ed anche efficente trampolino di lancio per colombiani in cerca di successo: Falcao, Jackson Martinez, anche Quintero. «Non avevamo mai fatto un risultato come questo, raggiungere i quarti. Ora arriverà il momento più difficile». Parole semplici, pronunciate da Rodriguez al termine del match vinto contro l’Uruguay e in vista di un quarto di finale che si annuncia spettacolare, venerdì a Fortaleza contro il Brasile. Tutt’altro che semplici, invece, le due gemme con cui il numero dieci colombiano - già nominato dalla Fifa migliore giocatore del torneo al termine dei gironi eliminatori - si è portato in testa alla classifica cannonieri con cinque gol. Soprattutto la prima rete - stop di petto e sinistro al volo sotto la traversa - ha fatto gridare al capolavoro, surclassando il tuffo di Van Persie nella classifica dei gesti più belli di Brasile 2014.
D.B.