Alessandro Farruggia
ROMA
«NON POSSO

proprio fare altrimenti, Matteo, le dimissioni sono confermate». Era un Vasco Errani amareggiato ma determinato quello che ieri mattina a Palazzo Chigi ha detto chiaro al segretario del suo partito e presidente del Consiglio che non c’era spazio per un ripensamento: «Grazie davvero per la solidarietà espressa, ma siamo gente seria». Il governatore dell’Emilia Romagna si dimetterà come aveva annunciato.

LA ‘GRANA’

Errani è grossa e sarà Matteo Renzi in persona a dover trovare la quadra per dare un nuovo candidato Pd alla regione Emilia-Romagna e sponsorizzare un nuovo presidente alla Conferenza delle Regioni. La solidarietà il segretario gliela aveva ribadita anche in mattinata, quando, rispondendo a un tweet del giornalista del Foglio Claudio Cerasa («il Pd, con il caso Errani, sta facendo quello che sempre contestato al centrodestra: contestare una sentenza della magistratura»), ha replicato: «Finché non c’è una sentenza passata in giudicato, un cittadino è innocente: si chiama garantismo». Solidarietà anche dall’ex segretario Pier Luigi Bersani, che di Errani fu il predecessore in regione e mentore. «È un peccato — ha detto Bersani — che gente perbene vada a casa in un clima come questo. Si tratta di una vicenda amara. Non so se Errani confermerà le dimissioni, perché la gente perbene ha la pelle sottile. In ogni caso in questa vicenda bisogna riflettere bene perché di amministratori così validi non ce ne sono».

L’UOMO

che a Renzi risolverebbe tutti problemi si chiama Graziano Delrio, in quanto di sua assoluta fiducia, ex presidente dell’Anci ed ex sindaco di Reggio Emilia. Ma Delrio, che ama il suo ruolo di sottosegretario alla presidenza e ieri era presente all’incontro tra Renzi ed Errani, ha ringraziato ma si è chiamato fuori. E così per Renzi si apre una scelta difficile, in primis il nodo primarie. Se si sceglierà di tenerle — dovesse essere il 9 novembre la data delle elezioni, andrebbero fatte tra metà settembre e inizio ottobre — allora sarà gara a tre. In prima fila due modenesi: il renziano della prima ora ed ex presidente del consiglio regionale Matteo Richetti e il segretario del Pd emiliano e responsabile enti locali Stefano Bonaccini. Terzo probabile candidato, il sindaco di Imola, Daniele Manca. Ma se primarie non saranno (e magari non ci sarà neppure il congresso regionale, previsto il 5 ottobre) allora è molto probabile che la scelta cada su Stefano Bonaccini, ex bersaniano passato con Renzi e quindi in grado di garantire tutti. Renzi ci sta ragionando e non ha ancora deciso.