Matteo Palo
ROMA
RIPENSARE

le normative avverse agli istituti di credito per evitare un effetto a cascata sull’economia reale, e mettere tutte le imprese, anche quelle creditizie, nelle condizioni di operare con pari strumenti nel mercato globale e in particolar modo europeo. E’ un Antonio Patuelli pacato ma deciso quello che, rivendicando il ruolo e la moralità delle banche, con questo invito ai massimi vertici economici del Paese (Visco e Padoan) ha dato il via all’annuale assemblea dell’Associazione bancaria italiana, svoltasi ieri a Roma.

PATUELLI

, che è stato confermato dall’assemblea alla guida dell’associazione per i prossimi due anni, è partito rivendicando il ruolo delle banche durante la crisi: hanno sopportato, insieme alle famiglie e alle imprese, il peso della recessione senza che lo Stato effettuasse salvataggi («non ha speso un euro»), come accaduto in altri Paesi. «La crisi è stata fronteggiata con giganteschi accantonamenti e con quasi 50 miliardi di euro di aumento di capitale, tutti privati senza alcun intervento pubblico». Anzi, il Governo ha colpito il settore attraverso «normative avverse», che ne penalizzano l’attività rispetto ai concorrenti europei («servono regole identiche per tutti in Europa»). Indispensabili cambiamenti alla disciplina sul trattamento delle svalutazioni e delle perdite sui crediti, sul costo del lavoro ai fini Irap, sull’Iva di gruppo e sugli interessi passivi nella tassazione societaria Ires e Irap. Senza questi interventi, per il presidente Abi, si rischiano «conseguenze gravissime» mentre «la ripresa in Italia stenta». Patuelli ha raccolto poi l’invito del governatore di Bankitalia Ignazio Visco a «riguadagnare la fiducia del pubblico» attraverso la legalità, spiegando che serve «intransigenza morale nell’arte del banchiere, ancor più nell’Italia di Nerolandia», annunciando poi che in autunno l’Abi abrogherà il cosiddetto «emendamento Mussari», quello che consentì all’ex presidente Mps di guidare l’associazione senza guidare una banca. Una spinta importante per gli istituti di credito, comunque, potrà arrivare grazie alle misure appena varate dalla Banca centrale europea. Lo dicono i calcoli del governatore Ignazio Visco, secondo il quale il beneficio atteso è pari a un punto di prodotto interno lordo entro il 2016. Gli strumenti messi in campo dall’Eurotower hanno una notevole potenza di fuoco. L’ampliamento della tipologia di prestiti utilizzabili dalle banche, ad esempio, interesserà 120 miliardi di euro. Mentre la nuova liquidità in arrivo da Francoforte porterà risorse per 200 miliardi.

DI CRESCITA

ha parlato anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. «Non ci sono scorciatoie per la crescita, è necessaria una strategia a più piani», ha detto. Bisogna, cioè, far ripartire l’economia tenendo ferma la barra del consolidamento dei conti pubblici. «Una crescita più sostenuta è la via maestra per abbattere il debito» dell’Italia, che comunque ha «un grado di sostenibilità che rimane il più elevato fra i paesi avanzati, come dicono le istituzioni internazionali compresa la Ue». In risposta alle sollecitazioni di Patuelli, il responsabile di via XX Settembre ha anche auspicato un calo delle tasse: «La pressione fiscale deve essere ridimensionata».