Alessandro Farruggia
ROMA
LA CAMPANA

suona per Giancarlo Galan. La giunta per le Autorizzazioni della Camera ha approvato la proposta del relatore di accogliere la richiesta di arresto per l’ex governatore del Veneto, Giancarlo Galan (Fi), avanzata dalla magistratura di Venezia per la vicenda del Mose.
I VOTI a favore sono stati 16 (Pd, 5 Stelle, Sc), i contrari tre (Forza Italia, Ncd e Psi). Il socialista Di Lello ha tentato di far rinviare l’intero fascicolo alla magistratura di Venezia perchè si esprima sulla norma prevista dal recente decreto Orlando che esclude l’arresto in caso di previsione di condanne fino a 3 anni. Ma non ha avuto successo. Ora la parola definitiva è all’Aula di Montecitorio che sarà chiamata a esprimersi martedì anche se un gruppo di deputati ha chiesto al presidente Boldrini un rinvio alla luce della norma contenuta nel decreto Orlando.
Richiesta a cui si potrebbe affiancare la proposta di una nuova capigruppo o una discussione, martedì in Aula, sul calendario, con l’ipotesi di una inversione dell’ordine dei lavori. Non è escluso che se si andrà al voto Forza Italia e forse altri gruppi possano chiedere il voto segreto. «Fuori dalla Giunta — ammette il relatore Mariano Rabino (Sc) — ho sentito che alcune forze politiche potrebbero avanzare la richiesta di voto segreto».
Galan non smette di professarsi innocente. «Purtroppo — dice — l’esito del voto della Giunta per le Autorizzazioni a procedere era stato ampiamente annunciato da numerose (incaute e poco istituzionali) dichiarazioni. Ho voluto credere fino in fondo che valutare in merito alla libertà di una persona, che valutare l’applicazione della massima misura cautelare, prescindesse da orientamenti politici». «Qualcuno — replica il presidente della Giunta per le Autorizzazioni, Ignazio La Russa, che non ha partecipato al voto — ha detto che il risultato era scontato, ma non è stato così. C’è stata invece grande attenzione dei commissari alla materia trattata». «Tenendo presente che il compito della Giunta è quello di accertare se il Gip manifesti un intento persecutorio — dice il deputato Pd Walter Verini — devo dire che nel caso Galan non si ravvisa


fumus persecutionis.
NON È MAI una gioia votare per l’arresto di un parlamentare, ma abbiamo fatto il nostro dovere». «Non posso che prendere atto con amarezza e sconcerto — osserva Galan — della decisione della Giunta. Resto fiducioso che i colleghi d’aula abbiano letto la documentazione che ho prodotto e votino secondo coscienza, personale. Io sono innocente, un politico innocente, non smetterò di ripeterlo semplicemente perchè è la verità». «Questa decisione conferma la solidità e serietà di un’indagine condotta senza pregiudizi e senza accanimenti» replica il Procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio.