NEW YORK
NON SI SENTONO
al telefono da giorni. Non ci sono stati più contatti diretti da quando la Merkel ha ordinato l’espulsione del capo della Cia da Berlino. Le relazioni tra la cancelliera tedesca e il presidente Obama non avevano mai raggiunto un punto così basso in sei anni. Obama è furioso perché la settimana scorsa avrebbe addirittura chiamato la leader del governo tedesco, senza sapere del nuovo pasticcio delle spie, e si sarebbe meravigliato per la sua freddezza.

È UN’ALTRA

brutta figura che il presidente Usa avrebbe decisamente preferito evitare e non è escluso che sia proprio lui a farsi vivo con la grande alleata nelle prossime ore per porgere delle scuse, mentre ha già spedito Kerry in Germania nel fine settimana per cercare di metterci una pezza. In realtà i diplomatici più raffinati dicono che non si tratta di un’espulsione vera e propria” ma di un «invito irreversibile a lasciare il paese» che il capo degli 007 dovrà mettere in pratica molto preso se addirittura non lo ha già fatto.

BARACK

Obama, già nei guai per i sondaggi in picchiata, sotto attacco dei repubblicani che vogliono chiedere l’impeachment per abuso di potere sulla riforma sanitaria capisce che questa catena di incidenti sui servizi segreti non solo sta compromettendo la fiducia dell’America verso i suoi alleati, ma facilita soprattutto nella Ue quella corrente di pensiero e di azione che vuole avere con Mosca rapporti molto più pragmatici rispetto a quelli suggeriti dagli Usa verso Mosca soprattutto dopo la crisi Ucraina. Putin domenica in Brasile, userà anche la Coppa del mondo, come paese che ospiterà il prossimo torneo fra quattro anni, per consolidare i suoi legami non solo con i paesi del Bric e con i piccoli Stati latino e centroamericani stanchi dello strapotere Usa, ma anche con la Germania irritata dall’arroganza spionistica americana nei suoi confronti. Una arroganza dettata senza troppi riguardi anche da una non mai sopita diffidenza verso la «donna dell’Est» che viveva e lavorava nella Ddr.

LA TELA

dello Zar russo è ambiziosa e pericolosa insieme. Punta ad aggirare le sanzioni in atto legate a Kiev e ad aprire un capitolo di collaborazione nuova sia in Europa che in Sud America dove anche il Brasile cerca ancora la sua vendetta con la Casa Bianca per aver messo il telefono della presidente Rouseff sotto sorveglianza. La Merkel non si sente certo soddisfatta del trattamento analogo che le è stato riservato e per il quale nessuno le ha ancora chiesto scusa. Se vedesse potenziato in questa fase il ruolo della Germania nella difficile mediazione tra Mosca e Kiev potrebbe spendere il suo capitale diplomatico anche su altri fronti medio-orientali rendendo meno ingombrante e rilevante la presenza americana poco incline al compromesso. Non c’è dubbio che la scelta di Putin di partecipare alla finale della Coppa del mondo con tre donne premier e presidenti in tribuna d’onore, non è solo un gesto di cavalleria, ma di real politik.