dallinviato
Stefano Cecchi
ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto)
PARTIRÀ, la nave partirà, ma già vederla rigalleggiare ha il sapore del miracolo, della tecnologia che la spunta sulla scempiaggine dellUomo. Così poco prima delle 11 di ieri mattina, quando il senior salvage master Nick Sloane ha abbandonato per un attimo gli schermi e, alzandosi nella cabina di comando, ha detto semplicemente: «Ladies and gentlemen, shes refloating», signore e signori sta rigalleggiando, neppure il suo aplomb britannico ha potuto nascondere levento epico che si stava consumando nelle acque di Giglio Porto. Unimpresa omerica nella sua colossalità.
SÌ, DA ieri mattina la Costa Concordia non è più un relitto spiaggiato sugli scogli, ma «una nave che galleggia con le sue forze e questo era tuttaltro che scontato», come ha detto Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione. Già, un fatto non scontato. Perché unoperazione del genere non era mai stata tentata prima. E una cosa sono i calcoli in laboratorio, altra è lesame del mare. Così, quando alle 6 le pompe hanno iniziato a soffiare aria dentro i cassoni che abbracciano la Concordia per cacciare fuori 30.000 tonnellate di acqua di zavorra, tutti hanno trattenuto il respiro. Un clima di tensione che coinvolgeva i 12 tecnici nella cabina di comando sul ponte più alto della Concordia. Gli stessi 12 che, nel settembre scorso, avevano raddrizzato la nave: quando le cose in mare vanno bene perché cambiare?
LA TENSIONE si respirava anche allHotel Demos, da dove seguivano le operazioni il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, il ministro per lAmbiente, Gianluca Galletti, e lad di Costa, Michael Thamm. Così, quando la nave, spinta su dai salvagenti dacciaio che la cingono, si è staccata dalla piattaforma sulla quale era stata appoggiata a settembre, e ha iniziato ad alzarsi restando perfettamente in linea, la soddisfazione ha contagiato tutti. «Questa operazione alla fine ci costerà 1,5 milioni di euro, ma oggi sono felice», faceva sapere Michael Thamm, sottolineando il contributo di Costa Crociere nellavere fatto crescere il Pil della Toscana e dellItalia. Evvabbé.
Tutto è andato bene anche nel resto della giornata «È filato liscio come lolio», il commento sintetico dello stesso Sloane. Così, in serata, la Concordia risultava sollevata di 2 metri e spostata di 30 verso il largo grazie alla spinta di 4 rimorchiatori. In questa posizione la nave resterà oggi e domani. Il tempo di fissare altri cinque cassoni sul lato di dritta. Quindi, tutti i cassoni verranno svuotati dellacqua e quando la nave sarà riemersa per altri 12 metri, la partenza verso Genova (prevista fra sabato e lunedì), dove arriverà dopo 5 giorni di navigazione. Un altro passaggio a rischio, questo, visto il carico di veleni che la pancia della Concordia contiene.
MA INTANTO, in quanto a materiale inquinante, i politici non sono stati da meno. A sollevare le onde per primo ci ha pensato il governatore toscano, Enrico Rossi, ancora stizzito per il «no» incassato sullo smaltimento a Piombino. «Certo ha detto , fa specie vedere che tutto si trasformi in spettacolo. Per questo io non andrò a sgomitare al Giglio. Costa? Non mi pare una società eroica visto che ha combinato un disastro nel quale sono morte 32 persone». Parole dure, alle quali rispondeva ugualmente stizzito il ministro dellAmbiente, Gianluca Galletti: «Invece di fare polemiche, era meglio se la Regione veniva qui a commemorare le vittime».
La solita rissa da bar dellItalia politica, più difficile da raddrizzare perfino di un colosso dei mari spiaggiato.
Stefano Cecchi
ISOLA DEL GIGLIO (Grosseto)
PARTIRÀ, la nave partirà, ma già vederla rigalleggiare ha il sapore del miracolo, della tecnologia che la spunta sulla scempiaggine dellUomo. Così poco prima delle 11 di ieri mattina, quando il senior salvage master Nick Sloane ha abbandonato per un attimo gli schermi e, alzandosi nella cabina di comando, ha detto semplicemente: «Ladies and gentlemen, shes refloating», signore e signori sta rigalleggiando, neppure il suo aplomb britannico ha potuto nascondere levento epico che si stava consumando nelle acque di Giglio Porto. Unimpresa omerica nella sua colossalità.
SÌ, DA ieri mattina la Costa Concordia non è più un relitto spiaggiato sugli scogli, ma «una nave che galleggia con le sue forze e questo era tuttaltro che scontato», come ha detto Franco Porcellacchia, responsabile del progetto di rimozione. Già, un fatto non scontato. Perché unoperazione del genere non era mai stata tentata prima. E una cosa sono i calcoli in laboratorio, altra è lesame del mare. Così, quando alle 6 le pompe hanno iniziato a soffiare aria dentro i cassoni che abbracciano la Concordia per cacciare fuori 30.000 tonnellate di acqua di zavorra, tutti hanno trattenuto il respiro. Un clima di tensione che coinvolgeva i 12 tecnici nella cabina di comando sul ponte più alto della Concordia. Gli stessi 12 che, nel settembre scorso, avevano raddrizzato la nave: quando le cose in mare vanno bene perché cambiare?
LA TENSIONE si respirava anche allHotel Demos, da dove seguivano le operazioni il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, il ministro per lAmbiente, Gianluca Galletti, e lad di Costa, Michael Thamm. Così, quando la nave, spinta su dai salvagenti dacciaio che la cingono, si è staccata dalla piattaforma sulla quale era stata appoggiata a settembre, e ha iniziato ad alzarsi restando perfettamente in linea, la soddisfazione ha contagiato tutti. «Questa operazione alla fine ci costerà 1,5 milioni di euro, ma oggi sono felice», faceva sapere Michael Thamm, sottolineando il contributo di Costa Crociere nellavere fatto crescere il Pil della Toscana e dellItalia. Evvabbé.
Tutto è andato bene anche nel resto della giornata «È filato liscio come lolio», il commento sintetico dello stesso Sloane. Così, in serata, la Concordia risultava sollevata di 2 metri e spostata di 30 verso il largo grazie alla spinta di 4 rimorchiatori. In questa posizione la nave resterà oggi e domani. Il tempo di fissare altri cinque cassoni sul lato di dritta. Quindi, tutti i cassoni verranno svuotati dellacqua e quando la nave sarà riemersa per altri 12 metri, la partenza verso Genova (prevista fra sabato e lunedì), dove arriverà dopo 5 giorni di navigazione. Un altro passaggio a rischio, questo, visto il carico di veleni che la pancia della Concordia contiene.
MA INTANTO, in quanto a materiale inquinante, i politici non sono stati da meno. A sollevare le onde per primo ci ha pensato il governatore toscano, Enrico Rossi, ancora stizzito per il «no» incassato sullo smaltimento a Piombino. «Certo ha detto , fa specie vedere che tutto si trasformi in spettacolo. Per questo io non andrò a sgomitare al Giglio. Costa? Non mi pare una società eroica visto che ha combinato un disastro nel quale sono morte 32 persone». Parole dure, alle quali rispondeva ugualmente stizzito il ministro dellAmbiente, Gianluca Galletti: «Invece di fare polemiche, era meglio se la Regione veniva qui a commemorare le vittime».
La solita rissa da bar dellItalia politica, più difficile da raddrizzare perfino di un colosso dei mari spiaggiato.
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