Rossella Minotti
MILANO
ROBERTO

Maroni nella bufera, impegnato a fronteggiare non solo i magistrati ma anche la base leghista. Ai militanti non è mai andato giù che il loro ‘Bobo’ abbia voluto al suo fianco persone provenienti dall’odiata politica romana: la portavoce beneventana Isabella Votino, il caposegreteria Giacomo Ciriello, l’avvocato calabrese Domenico Aiello e la moglie Anna Maria Tavano. E ora la procura di Busto Arsizio accusa Maroni e Ciriello di aver effettuato pressioni per far avere a Mara Carluccio (che lavorò con lui al Viminale) e Maria Grazia Paturzo (ex collaboratrice della Votino) contratti di consulenza a Éupolis (istituto regionale per la ricerca, la statistica e la formazione) ed Expo 2015 spa. I fatti, per il pm, risalirebbero al 4 luglio scorso.

E IL CONSIGLIO

regionale di ieri è stato carico di tensione. Atmosfera luttuosa e anche insofferente nel Carroccio. «Bisogna fare attenzione nelle scelte, è questione di opportunità», si mormora, ma neanche troppo, tra i duri e puri, provati anche dalla recente assunzione della compagna di Matteo Salvini in Regione, nell’assessorato di Maria Cristina Cantù. Insolitamente allegra la componente ciellina di Ncd, avvezza alle indagini della magistratura, che non si sente più sola. Pronto infatti il centrosinistra: alle accuse al sistema formigoniano sostituisce quelle ai lumbard.
Ma Roberto Maroni è sereno, «anzi, preferisco dire tranquillo», scherza in aula sull’aggettivo di renziana memoria. Se lo può permettere. È stato appena accolto da un grande applauso di tutto il centrodestra che si è riunito intorno a lui, in un abbraccio plateale. «Sono commosso», dice Maroni. Un intervento non previsto, una comunicazione al consiglio. «Un gesto, non dovuto, di grande sensibilità e rispetto», dice il presidente dell’aula Raffaele Cattaneo (Ncd).

IL GOVERNATORE


ha accolto le richieste del Pd e del Movimento 5 Stelle, che chiedevano spiegazioni sull’avviso di garanzia. Non si sottrae al confronto: «Il rispetto che ho per la magistratura mi impone di non esprimere valutazioni e giudizi prima di leggere gli atti ed essere ascoltato dai magistrati... Mi si accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità per due contratti di collaborazione... Ma Éupolis ha fatto un bando pubblico a cui hanno partecipato delle persone, e ha scelto». Spiega poi che le due professioniste lavorano «dalla sede di Roma e nulla hanno a che fare con i lavori sulla piastra Expo». Hanno organizzato l’evento del 19 giugno, quando Regione Lombardia e i ministri Federica Mogherini e Maurizio Martina a villa Madama a Roma illustrarono l’Expo a un centinaio di ambasciatori.
Il Pd non incassa, e chiede «massima trasparenza su appalti e incarichi. Nulla forse che possa interessare la magistratura, ma tutto che può interessare la politica».
«Il rispetto assoluto delle leggi è il faro che ha sempre guidato e sempre guiderà la mia azione istituzionale e politica», ribadisce Maroni. Ora il governatore sarà sentito, entro domani, dai pm di Busto, che intanto ieri hanno convocato l’ad e commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, come persona informata dei fatti nell’ambito delle indagini, e oggi sentiranno Giacomo Ciriello.