Emanuele Bonini
BRUXELLES
L’ITALIA

rinunci all’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue e accetti la presidenza del Consiglio europeo. Il vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dei Paesi dell’Ue doveva incoronare Federica Mogherini e potrebbe rilanciare Enrico Letta. L’attuale ministro degli Esteri, proposto dall’Italia per rimpiazzare Catherine Ashton, non piace a diversi Paesi (Finlandia, Svezia, Polonia e repubbliche baltiche in particolare). «Non c’è un veto sull’Italia», dice il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine della riunione del Ppe. Significa che le riserve sono su chi l’Italia propone. «Serve un Alto rappresentante che abbia conoscenza e competenza di affari esteri», spiega invece il primo ministro finlandese Alexander Stubb. Ma Renzi, al suo arrivo a Bruxelles, è categorico (oltre che arrabbiato): «Non si tratta di chiedere una posizione o l’altra — sbotta —, chiedo soltanto il rispetto che spetta a tutti i paesi in particolare a uno dei paesi fondatori come il nostro». Mogherini non è ritenuta all’altezza, e l’Italia dovrebbe proporre un altro nome.
IL CAPO
del governo, Renzi, però arriva a Bruxelles per ultimo, pochi minuti prima delle 20. Salta il pre-vertice dei leader socialisti, ma soprattutto perde l’occasione di tenere incontri bilaterali prima dell’avvio del vertice. Perde, in sostanza, l’occasione per cercare di vincere le resistenze attorno al suo candidato, Federica Mogherini. Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, sonda il terreno per Enrico Letta. L’ex premier piacerebbe come opzione per una sua successione, ma il Paese più difficile da convincere sarebbe proprio l’Italia.

LETTA

al Consiglio (Pse) e Kristalina Georgieva (bulgara del Ppe) alla Pesc, sostengono fonti Ppe, «sarebbe la soluzione più gradita a tutti». Ma non a Renzi. A lui Van Rompuy avrebbe detto che allo stato attuale non ci sono le condizioni per trovare un accordo e che serviranno altri vertici straordinari (addetti ai lavori del Consiglio sostengono entro fine luglio; il vicepresidente del Ppe, Tajani, sostiene invece che «senza un accordo almeno sull’Alto rappresentante ci sarà un nuovo vertice a fine agosto»). Per Renzi, se le cose stanno davvero così, tutto si complica: se socialisti e popolari trovano un’intesa su Letta per la presidenza del Consiglio europeo per il capo del governo diventerebbe difficile non sostenerlo. In serata, fonti europee del Ppe non confermano che Van Rompuy abbia proposto all’Italia la nomina di Enrico Letta. Ma tutto è ancora aperto e incerto.