Milano
UNA PISTOLA
puntata alla tempia, interminabili attimi di terrore, quindi il furto del suo fuoristrada Toyota e la fuga dei banditi. Brutta disavventura per per Javier Zanetti, ex capitano dell’Inter e atttuale vicepresidemte dei nerazzurri. “Pupi” (come lo chiamano affettuosamente i tifosi della Beneamata), fino a pochi giorni fa impegnato in Brasile nelle vesti di commentatore della nazionale argentina, è stato infatti aggredito alla periferia di Buenos Aires da un gruppo di persone che gli ha rubato l’auto (una 4x4) sulla quale viaggiava con suo padre.
La notizia, ripresa e rilanciata dai giornali argentini Diario Popular e Clarin, è stata data dalla polizia locale. Zanetti nella notte di venerdì era alla guida del suo veicolo nella zona di Banfield, a sud della capitale, quando alcuni uomini armati lo hanno fermato e, pistola in pugno, minacciato di morte. L’ex calciatore e suo padre sono stati costretti a scendere dall’auto per essere poi abbandonati sul posto. I malviventi sono fuggiti ma subito Zanetti ha avvertito la polizia col cellulare e immediatamente sono scattate le ricerche nella zona che, secondo una prima ricostruzione, avrebbero già portato all’individuazione dei ladri.
Due anni fa anche Paola, la moglie dell’ex capitano nerazzurro, aveva subito una simile disavventura quando a Lanus, mentre era in compagnia di alcuni amici, ed era stata derubata della Mercedes appena acquistata.
Sempre nella giornata di venerdì, poche ore prima del grande spavento, il governatore della Provincia di Buenos Aires, Daniel Scioli, aveva consegnato un riconoscimento speciale allo stesso Zanetti, considerato il suo grande impegno per promuovere, attraverso la sua Fondacion Pupi, «tutti i valori dello sport come integratore sociale attraverso la sua esperienza». Ringraziando il governatore per il premio, Zanetti ha ricordato: «Lo sport e il lavoro di squadra sono cose positive che aiutano a prendersi la rivincita sulle cose negative che affliggono i bambini. Uniti possiamo fare tante cose per rendere l’Argentina un posto migliore».
Giulio Mola