Mario Gradara
RIMINI
STAVOLTA

fanno sul serio: si va in tribunale. Parte dalla Romagna la crociata contro i signori del meteo. Il tempo degli annunci (e della pazienza) è finito. Le associazioni albergatori romagnole, sull’onda di un’estate fiacca, vanno all’attacco. Chiederanno danni, milioni di euro, ai principali siti di previsioni meterologiche. ‘Colpevoli’ di non azzeccarne una, o quasi. Dalle Alpi alla Sicilia, non c’è località balneare che negli ultimi anni non abbia lamentato previsioni sbagliate e danni rilevanti. Tanto tuonò che (ora) piove: un diluvio di carte bollate.

LE ASSOCIAZIONI

degli albergatori della riviera romagnola, con la regia di Federalberghi Emilia Romagna, ha tratto il dado dopo anni di minacce senza seguito, varcando il proprio Rubicone. L’Aia Rimini ipotizza «tra 5mila e 10mila euro al giorno di danni ad albergo per una previsione sbagliata, milioni su scala rivierasca». «Questi signori per fare audience sui siti, autentiche miniere d’oro per la raccolta pubblicitaria — attacca la presidente Patrizia Rinaldis — fanno a chi la spara più grossa. In giornate di tempo variabile mi trovo sul cellulare il simbolo del temporale con fulmini e saette, mentre fuori c’è il sole. Registriamo disdette a raffica di gente che teme diluvi universali, mentre qui il cielo è solo un po’ coperto». Stesso allarme lanciato dal presidente nazionale di Federalberghi, Bernabò Bocca: «Affrontare una stagione turistica con lo spettro di previsioni fuorvianti non fa bene alla nostra economia».
Il fronte anti meteo è vasto anche in Veneto: «Non ne fanno una giusta, e ci guadagnano pure» ha tuonato Massimiliano Schiavon, presidente degli albergatori di Jesolo. Stessa musica in Liguria, Toscana e sulle Alpi venete. Ma come sperare in una condanna per chi sbaglia a prevedere qualcosa di aleatorio come il tempo? «In qualità di consulenti — spiega l’avvocato Filippo Andreini — ci siamo confrontati più volte con l’Aia di Rimini. Abbiamo spostato la mira dall’attuazione delle previsioni, che ha margini di imponderabilità, alle modalità con cui vengono diffuse. Se prevedo un temporale estivo e poi sole, o tempo variabile, e sul web faccio comparire fulmini e saette senza aggiornamento, fornisco indicazioni sbagliate, che causano danni pesanti agli operatori come ai cittadini».

QUAL È


la violazione? «Da un punto di vista giuridico la vicenda va inquadrata negli articoli 2043 e seguenti del codice civile». Ovvero, precisa Andreini, «si prospetta la commissione di un illecito da parte dei siti specializzati per aver diffuso colpevolmente comunicazioni errate sulle previsioni, con modalità  ingannevoli che hanno procurato un danno patrimoniale risarcibile agli esercenti del settore turistico». Secondo l’avvocato la cosa è dimostrabile: «C’è un evidente nesso causale tra le tante disdette e mancate prenotazioni e le errate previsioni meteo. Per ora chiederemo un tavolo di conciliazione, un arbitrato con un’autorità in materia. Se non accetteranno ci troveremo in aula».