Carcassonne (Francia)
DUE ORE
in bici in maglia tricolore con la squadra, meno di un’ora con la stampa di mezzo mondo e un po’ di tempo in più del solito per salutare la moglie Rachele e la figlioletta Emma con telefono e skype. Fila via così l’ultima pausa di Vincenzo Nibali prima della settimana che porta a Parigi, al podio finale del Tour. Lo aspettano i Pirenei, tre tappe cattive che il caldo renderà durissime e che il primo dei rivali, lo spagnolo Valverde, vorrebbe far diventare infernali «perchè su queste salite può accadere di tutto e io non posso permettermi di aspettare. Nibali è il più forte, ma è umano, può esaurirsi: se avrà una brutta giornata, ne approfitterò».
Di voler attaccare, Valverde lo ripete da giorni: fin qui ha portato bene a Nibali. Anche questo aiuta la serenità del signore in giallo, che chiude la porta ai facili entusiasmi e resta concentrato sul presente. «Tutti i giorni mi chiedete se il Tour è già vinto, ma non farò l’errore di pensarlo fino a domenica prossima. Ci aspettano tre tappe dure e non bisogna trascurare nulla per mantenere un vantaggio che è già buono. La prima è la più lunga (237 km, passando dal Portet D’Aspet dove perse la vita Casartelli, ndr), ma la più difficile sarà quella di Hautacam», racconta monsieur Tour, che confessa di aver capito di esser pronto per entrare nell’albo d’oro fin da subito, «a Sheffield, una vittoria che mi ha dato spinta e sicurezza».
Comincia il conto alla rovescia di Nibali, uno che il Tour lo sognava da bambino, quando cominciava a pedalare in Sicilia, e che ai giovani si sente di lanciare un messaggio: «Ho avuto la fortuna di trovare le persone giuste, che mi hanno fatto crescere nei tempi e nei modi giusti. Ai ragazzi dico: sceglietevi dei buoni maestri e abbiate pazienza, tanta pazienza».
Classifica


: 1) Vincenzo Nibali, 2) Valverde (Spa) a 4’37’’, 3) Bardet (Fra) a 4’50’’, 4) Pinot (Fra) a 5’06’’, 5) Van Garderen (Usa) a 5’49’’.
a. cos.