Giovanni Serafini
PARIGI
DUECENTO

soldati francesi partiti da Gao, la città più importante del nord del Mali, sono da ieri sul luogo del crash. Hanno recuperato una delle due scatole nere del McDonnel Douglas precipitato l’altra notte e stanno isolando la zona dell’impatto: il relitto era stato individuato da un drone dell’esercito francese e da un elicottero del Burkina Faso che ha effettuato le prime riprese televisive. Le immagini mostrano una quantità di detriti e frammenti metallici irriconoscibili, sparsi in uno spazio di circa 300 metri per 300. Il terreno, una distesa di savane e sabbia, è di difficile accesso per le piogge.

IL PUNTO

dell’impatto è situtato nel territorio del Mali, a pochi chilometri dal villaggio di Gossi, vicinissimo al confine con il Burkina Faso; è lì che si è schiantato con il suo carico umano l’aereo di Air Algérie. A bordo c’erano 112 passeggeri, fra cui 54 francesi, e 6 membri dell’equipaggio tutti spagnoli. «Non ci sono sopravvissuti, purtroppo. L’aereo si è come disintegrato al suolo», ha detto il presidente francese Hollande nel corso di un breve intervento televisivo. «Tutte le ipotesi vengono prese in considerazione, a cominciare da quella di un disastro provocato da ragioni climatiche», ha aggiunto.

NEL CORSO

di una riunione di crisi all’Eliseo sono state analizzate le scarse informazioni disponibili. Il perimetro relativamente limitato dell’impatto porta ad escludere che il McDonnel di Air Algérie sia esploso in volo a causa di un attentato (una bomba a bordo; un missile lanciato da terra). «Ho consultato le autorità del Burkina Faso, abbiamo controllato insieme la lista dei passeggeri e non abbiamo trovato persone sospette registrate per quel volo», ha dichiarato il sottosegretario agli esteri Fleur Pellerin, giunta ieri a Ouagdougou. Cade dunque l’ipotesi del terrorismo. Il fatto che il comandante dell’aereo abbia chiesto 50 minuti dopo il decollo di cambiare rotta a causa di una tempesta, e che subito dopo si sia interrotto il contatto radar, fa pensare che sia accaduto qualcosa d’imprevedibile: forse un guasto meccanico legato alle condizioni meteorologiche, forse una manovra sbagliata.
Sull’aereo viaggiavano dieci membri di una stessa famiglia francese residente a Chambery, in Savoia: Bernard Reynaud, sua moglie, i due figli con le rispettive mogli e quattro nipoti erano andati a trascorrere alcuni giorni di vacanza presso amici a Ougadougou. La popolazione di Chambery è sotto choc: «Pensavano a quella vacanza da una vita. Uno dei ragazzi ha voluto partire benché pochi giorni prima si fosse rotto una gamba», ha raccontato un amico.