Paolo Franci
Roma
LE LUCI

accese al primo piano del palazzo H del Coni, ufficio del presidente del Coni Giovanni Malagò, testimoniano le tre ore abbondanti di un confronto, iniziato alle 18 e 30, che sembrava non finire mai. Poi, alle 21 e 40, Carlo Tavecchio sbuca nell’androne della Casa dello Sport e conferma che non c’è alcun passo indietro da fare, nè tentennamento sulle sue chance di guidare il palazzo del calcio nei prossimi due anni: «Fino a quando avrò il sostegno delle leghe andrò avanti con la mia candidatura alla presidenza della Figc».
Poi, i ringraziamenti al numero uno del Coni: «Devo ringraziare il presidente Malagò per l’accoglienza che mi ha riservato — dichiara Tavecchio -— Il colloquio è stato lungo e approfondito sul programma. Ho dato tutte le spiegazioni richieste». Poco dopo è stata la volta di Giovanni Malagò, sul tema più scottante, la gaffe delle banane: «Tavecchio ha ribadito le scuse ma una frase come la sua non si può accettare, non va bene a me, al mondo dello sport e non solo». Nessuna richiesta di fare un passo indietro del presidente del Coni a Tavecchio: «E’ un problema della sua coscienza, deve vedersela con se stesso. Se farà un passo indietro? No, in questo momento non è un’ipotesi sul tavolo, però non si può escludere nulla». Nessuna ingerenza del Coni sui candidati e le elezioni: «Le nostre regole sono chiare e non ci possono essere prevaricazioni nei confronti di una regolare competizione elettorale».
Malagò, poi, riflette sul futuro: «Ho detto a Tavecchio che fino all’11 agosto non deve aspettarsi sconti, perchè il contesto che si respira è questo e non si può nascondere il sole con un dito. Non credo, poi, che la pressione calerà dopo le elezioni». Però il numero uno del Coni riconosce che «Tavecchio ha gli attributi per sopportare la pressione, ma è lui che deve fare le sue valutazioni. Il commissariamento? Solo se i candidati si ritirano».
Nell’incontro si è parlato della situazione attuale del nostro calcio, del programma e dell’idea di governance di Carlo Tavecchio che ha anche parlato del futuro ct della nazionale, facendo i nomi di Mancini, Conte e la coppia Guidolin-Cabrini.
L’appoggio della LegaPro e della Lega di B per Tavecchio non è in discussione, tantomeno quello della Lnd, che proprio ieri ha ribadito il proprio sostegno, al suo numero uno. Semmai è la Lega di A che ha perso diversi pezzi. Ieri, l presidente del Torino Urbano Cairo ha ritirato il suo sostegno a Tavecchio: «Non lo appoggiamo più, la sua è diventata una candidatura controversa. Ciò non vuol dire che passiamo dalla parte di Albertini». Dopo Juve, Roma, Cesena, Fiorentina, Sampdoria, Sassuolo, ora il Toro. Fatti i conti: sono sette i club (su 20) che hanno preso le distanze da Tavecchio.
La mattinata di Carlo Tavecchio era iniziata all’insegna della smentita: «Non è assolutamente vero che non ce la faccio più, come ho letto su un quotidiano».
Nel pomeriggio, aveva chiarito il proprio ‘silenzio’ anche il premier Matteo Renzi, rispondendo a chi lo ha criticato per non aver preso posizione: «Se dicessi una parola su Tavecchio come presidente del Consiglio —ha spiegato alla direzione nazionale del Pd — l’Italia sarebbe squalificata dalle competizione europee. C’è un regolamento Fifa che impedisce alla politica di intervenire sul calcio. Se intervenissi potrei far squalificare dalla Champions Juve, Roma e Napoli». Prima del faccia a faccia tra Malagò e Tavecchio, la Lega Dilettanti — presieduta dallo stesso candidato alla presidenza Figc — aveva incassato (nuovamente) la piena fiducia dei rappresentanti della Lnd attraverso un comunicato.
Il previsto faccia a faccia tra il presidente del Coni Malagò e i due candidati — ricevuti separatamente — era iniziato in mattinata con l’incontro tra il numero uno del Coni e Demetrio Albertini. L’ex centrocampista del Milan, ha confermato quanto si sapeva: «Dell’ipotesi di commissariamento non abbiamo parlato, ho ribadito che in questo momento ci sono due candidati e non vi è nè la necessità nè la possibilità per un’ipotesi del genere».