Viviana Ponchia
SALUZZO (Cuneo)
FINISCE

in carcere il professore, 50 anni, di Costigliole di Saluzzo che pochi giorni fa aveva saputo di essere indagato per frequentazioni equivoche con i suoi allievi presenti e passati. Colto e dai modi suadenti, capace di attirare denaro pubblico per le sue attività culturali, Fabrizio Pellegrino è stato arrestato ieri mattina con l’accusa di violenza sessuale, pornografia e prostituzione minorile. Lo hanno portato alle Vallette di Torino, in isolamento e sorvegliato a vista perché si temono gesti di autolesionismo. Quando ha varcato i cancelli del carcere ha detto di essere sotto l’effetto di psicofarmaci e di seguire da giorni le cure di uno specialista. Impeccabile nello stile come sempre e seguito dall’angoscia della madre Imelda: «Non so chi possa volere così male a mio figlio».

LA PROCURA

di Torino riferisce in una nota di «molteplici rapporti intrattenuti con minorenni avvicinati anche in qualità di presidente dell’associazione Marcovaldo» e conferma il sequestro di una «significativa documentazione di incontri nel corso dei quali venivano consumati atti sessuali a pagamento». Si parla di incontri scanditi da pratiche sessuali come veri e propri spettacoli, con immagini salvate sul computer. Sono coinvolti almeno cinque o sei ragazzi. Il 6 agosto Pellegrino aveva chiesto un periodo di aspettativa dall’insegnamento, italiano alle medie di Costigliole. La sua bella cascina ristrutturata con il porticato e il vivaio di rose antiche era stata appena perquisita e l’associazione Marcovaldo – motore di mostre e attività varie dal 1990 – si era ritrovata senza presidente. Al prof. gli inquirenti sono arrivati da due strade. Una, la denuncia dei genitori di due adolescenti preoccupati dalle relazioni ambigue dei figli con l’insegnante. L’altra, le intercettazioni della squadra mobile di Torino per trovare il killer di Alberto Musy, consigliere comunale ferito sotto casa a Torino nel marzo 2012 e morto dopo un anno e mezzo di agonia. Non è chiaro se nella rete sia finita una telefonata o se qualcuno abbia fatto il suo nome come cliente di immagini pedopornografiche, di fatto il cerchio si è stretto e Pellegrino ha congelato il lavoro alla Don Belliardo dicendo agli amici: «Sono stato un idiota, sono caduto in trappola. E sono pronto a pagare, ma solo per gli errori che ho commesso. Non è giusto dipingermi come un mostro». Cresciuto nella Democrazia Cristiana che monopolizzava la politica locale, il prof. ha fondato e spinto al massimo i motori del Marcovaldo sui gioielli di provincia.