RIMINI
È LUI
, proprio lui. Ivo Mattioli, quello che inventò il fondamentale «festival del birro». Un concorso per vitelloni di paese (Casale di Sant’Ermete, sulle colline di Rimini) che ‘pesava’ le conquiste dell’estate con tanto di premiazione finale. Durò 9 anni, a partire dal 1984 e a bruciarlo fu proprio la sua popolarità: nel 1992 Alba Parietti, che conduceva su Rai 3 ‘La piscina’ fece arrivare nel bar di Casale le troupe della Rai. Piombarono nel ghetto 5 camion con le parabole e 30 operatori per la diretta. Apoteosi. Giornalisti e televisioni da tutto il mondo s’arrampicarono sulla collinetta.
Ivo, che non aveva paura di niente, andò in crisi quando dovette spiegare a una tivù inglese perchè portarsi a letto un’anglosassone comportasse un malus e non un bonus. Poi arrivarono le femministe e ciao...
Senta, Mattioli, quel regolamento, per una donna era da forca e da galera...
«Ma no, era per ridere...».
Vabbè.. 1,5 punti per ogni tedesca, austriaca e svizzera e fin qui ci sta. Nordiche 2,5 perchè più rare. Ma 4,5 per romene, polacche, bulgare ceche ungheresi e 5,5 per una russa. Perchè?
«C’erano il muro di Berlino e la cortina di ferro. Valle a trovare nel 1985...».
Una francese 7,5
«Inarrivabili a letto...».
Adesso vengono i guai: meno sei punti per un’inglese...
«Erano considerate di agevole conquista».
Veniamo alle italiane: bresciane, comasche e bergamasche, un punto in meno. Ma come!?
«Semplice, venivano da terre in cui i mariti lavoravano come muli. Un’ora per andare in ufficio, un’ora per tornare... E noi invece avevamo tutto il tempo per dir loro che erano splendide, di portarle in riva al mare. Cadevano come pere mature».
Una romana 5 punti...
«Quelle della Capitale se la tiravano...».
Bolognesi e reggiane 9 punti!
«Non mi faccia dire perchè...».
Le indigene tre punti. Infermiere, parrucchiere e segretarie dei notai, malus di 5 punti?
«Vatti a ricordare perchè...».
Ma lei quanti punti metteva assieme?
«Io? Pochi... A me bastava sentire il profumo di una ragazza. Sfiorarle le labbra, il resto era un dippiù».
Ma poi cosa raccontava?
«Ah, al bar qualcosa dovevi inventarti perchè uscire tanto per uscire non era concepibile. Dovevi far legna o stare a casa».
Chi dominava?
«La premiazione era rigorosamenter anonima. Si saliva sul palco col cappuccio perchè le fidanzate erano sempre in agguato. Il primo torneo fu vinto dallo ‘squalo’ che battè ‘ramarro’, ‘lince’, ‘falco’, ‘farfallino’, ‘zucchino’, ‘leprotto’, ‘zingaro‘ e ‘formica...’».
Ma si usciva in gruppo?
«In gruppo?! Mai! Lo storno in branco smagrisce. Si usciva al massimo in due. Ma a ma piaceva anche l’uscita a solo...».
E dove andava?
«Evitavo lo Chic di Zanza e il Blue Up, quelli erano presidiati da professionisti, Io battevo un localaccio sfigato di Bellaria dove c’erano sì e no venti straniere. Ma mi bastavano».
Le rimorchiava e le portava a cena?
«Sì, a cena... Se avevo 10mila lire per la benzina era già tanto. Al massimo una piadina. Poi in spiaggia».
Ma come si faceva a imbastire un incontro senza il telefonino?
«Ti appostavi davanti all’hotel. E se non usciva ti facevi coraggio e chiedevi all’albergatore. Per scoprire che era già uscita con un altro... faceva parte del gioco».
Poveri ma felici?
«Sì, felici. Perchè c’era il gusto della scoperta, della conquista. Tutto arrivava poco a poco. Adesso su Facebook c’è tutto e troppo. E i ragazzi vogliono tutto e subito. Non sanno cosa si perdono...».
E Ivo Mattioli, l’ultimo romantico, cosa fa oggi?
«Fa l’ultimo metalmeccanico, con moglie di Bagnacavallo e tre figli...».