Alessandro Farruggia
È CORSA
contro il tempo per frenare l’avanzata dei fondamentalisti dell’Isis e evitare un genocidio delle minoranze religiose che popolano il nord Iraq: gli zoriostrani yazidi e i cristiani. Ieri il ministro degli affari umanitari iracheni, Mohammed Shia al Sudani, ha confermato che l’Isis «ha ucciso almeno 500 yazidi, molti dei quali donne e bambini, sepolti in fosse comuni, alcuni dei quali da vivi». «Abbiamo prove eclatanti — ha spiegato alla Reuters — ottenute da yazidi scappati da Sinjar e da altri scampati alla morte. E abbiamo immagini delle scene del crimine che mostrano senza possibilità di dubbio che le bande dell’Isis hanno giustiziato almeno 500 civili dopo aver preso d’assedio Sinjar».

AI 500

vanno aggiunti altri 70 tra anziani e bambini che sono morti di sete sul Monte Shingal, dove si erano rifugiati con gli altri yazidi per sfuggire all’Isil. Ieri l’Alto rappresentante per la politica estera europea Catherine Ashton ha chiesto di indagare sulle azioni dell’Isis, «alcune delle quali possono costituire crimini contro l’umanità».
Ieri cinque raid americani hanno aperto la strada ai combattenti curdi
peshmerga che si sono ripresi dai tagliagole dell’Isis le cittadine di Makmour e al Gweir, nella provincia di Ninive, a una ventina di chilometri dalla capitale curda Erbil. Gli attacchi americani sono avvenuti nella notte, con attacchi al suolo di F18 e di droni. Il primo alle 2.15 su un camion lanciarazzi, il secondo mezz’ora dopo su un obiettivo simile, poi un terzo attorno alle 5 contro una postazione di mortai e due poco prima dell’alba su altri tre camion lanciarazzi. È poi ormai abbastanza stabile il corridoio umanitario aperto dai combattenti curdi iracheni e siriani, che hanno raggiunto il monte Shingal dove si sono rifugiati almeno 50 mila yazidi. Dopo averne fatti scendere 16 mila nei giorni scorsi, ieri ne hanno messi in salvo tra 20 e 30 mila facendoli transitare attraverso Rojava, nel Kurdistan siriano, per poi portarli nel Kurdistan iracheno, a Duhok. Sulla montagna restano almeno altri 10 mila profughi, che continuano a riceve lanci di viveri e acqua da americani e inglesi.

ALL’ANGELUS

domenicale Papa Francesco ha denunciato ancora, dopo l’appello lanciato giovedì e i tweet dei giorni scorsi, la situazione creata in Iraq dall’Isis. «Ci lasciano increduli e sgomenti — ha detto il Papa — le notizie giunte dall’Iraq: migliaia di persone, tra cui tanti cristiani, cacciati dalle loro case in maniera brutale; bambini morti di sete e di fame durante la fuga; donne sequestrate; violenze di ogni tipo. Non si porta l’odio in nome di Dio! Non si fa la guerra in nome di Dio!». L’Isis, intanto su Twitter, minaccia gli Usa: «Siete nel mirino».
Il ministro degli Esteri Federica Mogherini, intervistata da Rai News24, ha detto che il «governo italiano sta valutando nuove iniziative, che potrebbero coinvolgere anche il ministero della Difesa». Ambienti della Difesa confermano che varie opzioni sono allo studio, a partire da un intervento umanitario con lancio o trasporto di aiuti con C130 militari.