ROMA
NON C’È
pace per l’articolo 18. Dopo essersi scaldato a bordo campo con una serie di mezze dichiarazioni, Alfano decide di riaprire ufficialmente nella maggioranza il fronte delle norme sui licenziamenti senza giusta causa. «Questo articolo va abolito per i nuovi assunti entro la fine di agosto».

DIETRO

l’offensiva, ci sono motivi di opportunismo: il Nuovo centrodestra ha bisogno di battere colpi per dimostrare che esiste. E non farsi fagocitare né da Renzi né da Berlusconi. Certo è che la richiesta di inserire il tema nell’agenda del governo, magari come emendamento al decreto Sblocca Italia, produce un dibattito vero. La sinistra Pd — spalleggiata da Sel e dai sindacati — si mette sul piede di guerra: «Se il governo fa una roba del genere, vuol dire che ha deciso di cambiare maggioranza», taglia corto Fassina. Terreno minato, quello delle tutele dei lavoratori, su cui si sono incagliati altri esecutivi. «La priorità non è togliere garanzie — insiste Camusso (Cgil) —, ma aumentare posti di lavoro». Si capisce perché il vice segretario del Pd, Guerini, dia una risposta tutta da interpretare: «Nessun tabù, affronteremo la questione nella delega lavoro che è in discussione al Senato. È sbagliato anticiparla in strumenti impropri, come il decreto Sblocca Italia».
Quella che molti (pure nell’Ncd) considerano una chiusura, viene positivamente giudicata da Alfano. «Non puntavamo a fare la riforma in tre giorni — tranquillizza i suoi — Va bene così. Tanto la delega viene gestita a Palazzo Madama da Sacconi, presidente della commissione Lavoro». Assicurano a Palazzo Chigi che la discussione sarà «aperta»: è possibile che Renzi — tornato a Roma per lavorare sui temi economici e internazionali — si tenga sgombra anche questa strada magari per usarla come merce di scambio. Consapevole che il ministro centrista potrebbe usare come sponda Forza Italia (più di mezzo partito è favorevole all’abolizione) per aumentare la sua forza contrattuale. Certo è che il premier deve mettere in campo misure serie e convincenti (anche per l’Europa) per rilanciare l’economia: dalla patrimoniale al taglio delle pensioni di reversibilità sopra i 3000 euro lordi di ipotesi ne girano molte. Nelle prossime ore Renzi ne discuterà con Napolitano, cui sottoporrà i dossier internazionali più scottanti.
a. c.