I CONTI in Italia continuano a non quadrare e il Paese si trova davanti il nuovo record del debito pubblico registrato a giugno. Il dato calcolato dalla Banca d’Italia è aumentato di 2,1 miliardi, a quota 2.168,4. L’incremento di 13 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine giugno a 105,3 miliardi; 76,3 a giugno 2013) ha più che compensato l’avanzo di 10,3 miliardi delle amministrazioni pubbliche.
Nel dettaglio il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 5,6 miliardi, quello delle amministrazioni locali diminuito di 3,6 miliardi.
E ancora: il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.
Nei primi sei mesi il debito pubblico è aumentato di 99,1 miliardi, riflettendo il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (36,2
miliardi) e l’aumento delle disponibilità liquide
del Tesoro (67,6 miliardi).
Secondo Adusbef e Federconsumatori, il debito italiano rappresenta «un gravame di 36.225 euro sulle spalle di ogni italiano». In cinque mesi — sostengono le associazioni — il governo Renzi ha accresciuto il debito pro capite di 875 euro,
il governo Letta lo aveva aumentato di 1.105 euro, Monti di 2.163 euro e Berlusconi di 4.390 euro.
BANKITALIA ha anche diffuso i dati sulle entrate tributarie: a giungo sono state pari a 42,7 miliardi, in diminuzione del 7,7 per cento (3,5 miliardi) rispetto allo stesso mese del 2013. Nei primi sei mesi dell’anno le entrate sono diminuite dello
0,7 per cento (1,3 miliardi). «Tenendo conto di una
disomogeneità nella contabilizzazione di alcuni incassi — avverte tuttavia via Nazionale —
la riduzione delle entrate tributarie sarebbe stata più pronunciata». Il governo Renzi «partito a fine
febbraio con un debito di 2.107,1 miliardi di euro, termina il quinto mese di governo con il debito salito a 2.168 miliardi, con un aumento di 61,143 miliardi, al ritmo di 12,228 miliardi
al mese».