Cristiano Calcagni
ASCOLI
UNA PALLA

di fuoco, il boato e una colonna di fumo alta centinaia di metri. Pochi secondi e il Piceno ha creduto di essere in guerra. Invece due Tornado dell’aeronautica militare, in volo di addestramento, si sono scontrati nel cielo sopra Ascoli e sono precipitati intorno alle 16 sui monti a pochi passi dal capoluogo, provocando un vasto incendio nel comune di Venarotta. Per fortuna non ci sono state vittime o feriti tra la popolazione, ma poteva essere una strage. Così ora le ricerche si stanno concentrando sui quattro uomini a bordo degli aerei (due piloti e due navigatori) che erano partiti dalla base di Ghedi (Brescia). Gli esperti dell’aviazione hanno assicurato che i quattro sono riusciti a lanciarsi con il seggiolino eiettabile, avendo ricevuto il segnale radio di attivazione del sistema di espulsione: proprio nella tarda serata di ieri è stato trovato un paracadute arancione a Casamurana, frazione di Mozzano, pochi chilometri prima del luogo dell’impatto. Nessuna traccia però del pilota o del navigatore a cui apparteneva. Il sopraggiungere della notte ha poi complicato le ricerche sia per terra sia aeree (che sono state sospese).

TUTTA DA

chiarire la dinamica dello scontro. Alcune testimonianze raccontano di un Tornado che viaggiava in direzione sud-nord, mentre l’altro proveniva da est e andava verso ovest. Poi i due velivoli hanno incrociato le loro traiettorie senza riuscire a schivarsi, si sono toccati ala contro ala e sembra che solo uno dei due abbia preso fuoco in volo. Testimoni raccontano anche di uno dei due aerei che non viaggiava in maniera orizzontale rispetto al suolo, sembrava in avaria. E a distanza di pochi secondi, non più di due o tre, lo schianto. Sul luogo le squadre dei vigili del fuoco, Canadair, aerei della protezione civile ed elicotteri militari che per tutta la notte sono state impegnate nel circoscrivere ben cinque focolai d’incendio che hanno interessato in particolare Gimigliano e Olibra, frazioni di Venarotta dove sono stati ritrovati un motore e vari pezzi dei due aerei.

PER FORTUNA

lo scontro è avvenuto in una zona impervia e scarsamente abitata, il che ha evitato vittime o danni particolari, a parte una casa a Roccafluvione i cui i vetri sono andati in frantumi a causa dell’onda d’urto causato dallo schianto, e un’auto schiacciata da un pezzo di aereo in località Poggian’ sù. «Ma poteva essere un’apocalisse. Abbiamo evitato il peggio — ha detto il sindaco di Ascoli Guido Castelli — solo per pochi secondi». Infatti se uno dei due aerei fosse precipitato sopra un centro abitato come Mozzano, Roccafluvione, Venarotta o la stessa Ascoli, sarebbe stata una strage.
Non è da escludere che siano stati gli stessi piloti, accortisi dell’emergenza, a indirizzare i due aerei verso una zona montana quasi disabitata. Ma migliaia di persone ieri hanno assistito allo scenario apocalittico e in pochi minuti sono partite centinaia di chiamate ai vigili del fuoco di cittadini curiosi, ma per lo più terrorizzati. Dopo il sopralluogo del pm Umberto Monti nella tarda serata di ieri, la Procura di Ascoli non ha ancora aperto un fascicolo sullo scontro; dovrebbe farlo oggi, ipotizzando il reato di disastro colposo. Fino a notte negli uffici della Procura c’è stata una riunione operativa per delineare la strategia di ricerca dei dispersi, che resta prioritaria.