TUTTO e il contrario di tutto. A un passo della liberazione, come scrive al Quods al Arabi, un quotidiano panarabo pubblicato a Londra. O nelle mani dei tagliagole dellIsis, come affermano un sito sciita e il Guardian.
Sulla sorte di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovani volontarie italiane rapite in Siria il 31 luglio, è un alternarsi di voci e smentite, con lUnità di Crisi della Farnesina preoccupata che la fuga di notizie possa compromettere i contatti faticosamente avviati. Nelledizione del 19 agosto, il quotidiano al Quods al Arabi ha scritto in un articolo da Idlib (Siria), citando una fonte della sicurezza del gruppo di ribelli islamici Ahrar al Sham, scrivendo che «uno dei rapitori delle ragazze è stato da loro arrestato vicino alla cittadina di Sarmada, al confine con la Turchia», dopo che «avevano scoperto che trattava con le autorità italiane per avere un riscatto: le ragazze erano sotto la protezione di una brigata dellopposizione e i rapitori erano due membri di quella stessa brigata che doveva proteggere le ragazze». «Dopo larresto scrive il quotidiano è possibile che il gruppo le liberi».
MA DUE GIORNI dopo ancora nulla è successo. E nel frattempo si è materializzata unaltra verità, di segno opposto. A Ferragosto il sito Shia post ha scritto che «le due volontarie italiane sono state rapite da takfiri (infedeli in quanto sunniti e non sciiti, ndr) dellIsis». Questa pista è stata avvalorata dal quotidiano britannico Guardian che ieri scriveva che «le milizie jihadiste hanno sequestrato di recente nella zona di Aleppo quattro persone, tra cui due cittadine italiane, che sono poi state trasportate a Raqqa, roccaforte dellIsis in Siria». Il Guardian non fa il nome delle due italiane, e il rapimento è tuttaltro che recente, ma il sospetto che possano essere finite nelle mani dei jihadisti dellIsis ad esempio con un passaggio di mano degli ostaggi, comune in contesti simili cè.
I FAMILIARI delle due ragazze non sanno più cosa pensare. «Speriamo di riabbracciare a breve Vanessa e la sua amica Greta, anche se langoscia cresce. Speriamo che tutto si risolva al più presto», dice Salvatore Marzullo, il padre di Vanessa. Alla notizia pubblicata sul giornale panarabo reagisce con prudenza. «Ne sono felice, ma frena come possiamo sapere se è davvero la verità?». E poi cè quanto scrive il Guardian «che lascia senza parole, perché se fosse vera quella notizia allora vorrebbe dire che rischiano moltissimo».
MA NONOSTANTE tutto, Salvatore Marzullo resta ottimista. «Nelle ultime ore dice abbiamo sentito voci contrastanti sulla loro liberazione, e noi non sappiamo nulla di certo. Ma io mi sento tranquillo e credo che a breve le rivedremo a casa».
È quello che tutti sperano, ma nellinferno siriano nessuno può avere certezze. Come in una roulette russa puoi fare la fine di James Foley o tornare a riveder le stelle come Domenico Quirico e gli altri quattro giornalisti italiani rapiti. Di certo e questo vale soprattutto per Vanessa e Greta eri nel posto sbagliato, al momento sbagliato, e con le persone sbagliate.
Sulla sorte di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due giovani volontarie italiane rapite in Siria il 31 luglio, è un alternarsi di voci e smentite, con lUnità di Crisi della Farnesina preoccupata che la fuga di notizie possa compromettere i contatti faticosamente avviati. Nelledizione del 19 agosto, il quotidiano al Quods al Arabi ha scritto in un articolo da Idlib (Siria), citando una fonte della sicurezza del gruppo di ribelli islamici Ahrar al Sham, scrivendo che «uno dei rapitori delle ragazze è stato da loro arrestato vicino alla cittadina di Sarmada, al confine con la Turchia», dopo che «avevano scoperto che trattava con le autorità italiane per avere un riscatto: le ragazze erano sotto la protezione di una brigata dellopposizione e i rapitori erano due membri di quella stessa brigata che doveva proteggere le ragazze». «Dopo larresto scrive il quotidiano è possibile che il gruppo le liberi».
MA DUE GIORNI dopo ancora nulla è successo. E nel frattempo si è materializzata unaltra verità, di segno opposto. A Ferragosto il sito Shia post ha scritto che «le due volontarie italiane sono state rapite da takfiri (infedeli in quanto sunniti e non sciiti, ndr) dellIsis». Questa pista è stata avvalorata dal quotidiano britannico Guardian che ieri scriveva che «le milizie jihadiste hanno sequestrato di recente nella zona di Aleppo quattro persone, tra cui due cittadine italiane, che sono poi state trasportate a Raqqa, roccaforte dellIsis in Siria». Il Guardian non fa il nome delle due italiane, e il rapimento è tuttaltro che recente, ma il sospetto che possano essere finite nelle mani dei jihadisti dellIsis ad esempio con un passaggio di mano degli ostaggi, comune in contesti simili cè.
I FAMILIARI delle due ragazze non sanno più cosa pensare. «Speriamo di riabbracciare a breve Vanessa e la sua amica Greta, anche se langoscia cresce. Speriamo che tutto si risolva al più presto», dice Salvatore Marzullo, il padre di Vanessa. Alla notizia pubblicata sul giornale panarabo reagisce con prudenza. «Ne sono felice, ma frena come possiamo sapere se è davvero la verità?». E poi cè quanto scrive il Guardian «che lascia senza parole, perché se fosse vera quella notizia allora vorrebbe dire che rischiano moltissimo».
MA NONOSTANTE tutto, Salvatore Marzullo resta ottimista. «Nelle ultime ore dice abbiamo sentito voci contrastanti sulla loro liberazione, e noi non sappiamo nulla di certo. Ma io mi sento tranquillo e credo che a breve le rivedremo a casa».
È quello che tutti sperano, ma nellinferno siriano nessuno può avere certezze. Come in una roulette russa puoi fare la fine di James Foley o tornare a riveder le stelle come Domenico Quirico e gli altri quattro giornalisti italiani rapiti. Di certo e questo vale soprattutto per Vanessa e Greta eri nel posto sbagliato, al momento sbagliato, e con le persone sbagliate.
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