Alessandro Farruggia
ROMA
NON CI SONO

elementi per poter dire che Vanessa Marzullo e Greta Ramelli siano nelle mani dei tagliagole del sedicente Stato Islamico. I sequestratori appartengono a un altro gruppo di insorti siriani (sui quali circolano notizie che è bene omettere per non pregiudicare il buon esito della trattativa, ndr). Ad affermarlo apertamente è il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro.
«Non ci risulta — ha detto a
Rai News 24 — che le affermazioni del Guardian corrispondano al verità. Alla giornalista che gli chiedeva quali fossero gli elementi che consentivano al sottosegretario di escludere che le due volontarie italiane fossero in mano alle milizie dello Stato Islamico, Giro ha replicato: «Mi permetta di non rispondere a questa domanda». In realtà, la risposta è implicita: sappiamo che non sono nelle mani dell’Isis perchè stiamo trattando da qualche tempo con altri. Quanto all’ipotesi che Vanessa e Greta siano passate in mano a diversi gruppi e abbiano già cambiato più volte luoghi di prigionia, Giro ha spiegato che «tutto è possibile, ma è altrettanto difficile da stabilire in questa fase. L’importante è mantenere alto il livello di attenzione e per quanto riguarda le nostre ragazze fare tutto il possibile perchè siano liberate, come speriamo accada presto. Noi stiamo facendo tutto quello che serve per favorire questo esito».

LA NOTIZIA

è stata accolta con sollievo da amici e familiari delle ragazze. Ma questi ultimi già sapevano che la tesi del Guardian non era confermata. «Il fatto che non siano in mano all’Isis — ha osservato Salvatore Marzullo, padre di Vanessa — per noi non è una smentita, perchè mai avevamo avuto conferme ufficiali che lo fossero: dalla Farnesina l’unica cosa che continuano a ripeterci è che dobbiamo avere tanta pazienza». «Le parole del governo ci danno maggiore speranza. Ora ciò che conta è riportarle a casa» ha commentato Silvana Alberio, sindaco di Gavirate, piccolo Comune in provincia di Varese dove vive Greta Ramelli. Al momento, a meno di sorprese, come in tutti i casi simili i tempi non si annunciano brevi. «Ma l’importante — osserva uno 007 italiano — è tenere basso il profilo, tenerle lontane dall’Is e così riportarle a casa».