Andrea Cangini
ROMA
GENERALE Jean, per il Papa siamo di fronte alla terza guerra mondiale.
«No, la tesi è senza alcun fondamento: il conflitto in Ucraina non ha nulla a che vedere con quello in Iraq».
La violenza dei fondamentalisti dell’Isis è una novità?
«È solo un nuovo episodio del vecchio conflitto tra sciiti e sunniti, cioè tra Arabia Saudita e Iran. L’Isis è finanziato dalle monarchie del Golfo per scongiurare l’egemonia dell’Iran sciita sull’area».
L’Isis ce l’ha anche con l’Occidente...
«Certo, ma l’Occidente non sembra avercela con l’Isis».
In che senso?
«Nel senso che non intende impiegare la forza di cui dispone per mettere ordine e riportare la pace in tutta l’area».
Perché?
«Perché l’Occidente è dominato dall’ipocrisia pacifista per cui la guerra è sempre un male. In realtà, nessuno fa la guerra per la guerra: il contrasto è tra due concezioni diverse della pace».
Invocare l’Onu ha senso?
«Nessuno. Le Nazioni Unite funzionavano finché erano funzionali all’egemonia americana, ma ora che gli Stati Uniti hanno rinunciato a svolgere un ruolo regolatore nel mondo non servono a nulla».
Abbiamo inviato armi ai combattenti curdi, dunque siamo in guerra?
«Macchè, l’unica novità è che anziché venderle gliele abbiamo regalate. L’obiettivo è chiaro».
Ossia?
«Consolidare lo status quo nella zona, funzionale a quei 18 milioni di barili di petrolio che ogni giorno sorreggono l’economia mondiale. Se gli approvvigionamenti petroliferi fossero davvero minacciati entreremmo in guerra sul serio».
Tanto al sicuro non sembrano...
«La verità è che i conflitti si sono moltiplicati anche a causa dell’approccio americano. Obama è uno slalomista con le idee confuse: prima esalta la democrazia nel mondo arabo, poi rifiuta di governare le conseguenze delle proprie posizioni».
L’Isis è un frutto avvelenato delle primavere arabe?
«Beh, con i tanto vituperati regimi autoritari la situazione era decisamente più tranquilla: siamo passati dalla forza della legge, alla legge della forza».
Per l’Occidente non sarebbe più sensato sostenere apertamente il regime di Assad in Siria?
«Certo. Come anche papa Francesco ha capito, Assad è contro il fondamentalismo, assicura il pluralismo religioso. Ma Obama ha voluto subito delegittimarlo».
L’Italia rischia rappresaglie?
«Per ora l’attenzione dei terroristi è concentrata sui conflitti del Medio Oriente, ma prima o poi i tanti volontari europei dell’Isis torneranno a casa e la violenza si sposterà in Europa».
Cosa dobbiamo aspettarci?
«Non azioni eclatanti tipo 11 settembre, ma attentati analoghi a quello alla metro di Londra o alle ferrovie di Madrid».
È inevitabile?
«È difficilmente evitabile. Già ora monta la xenofobia anti immigrati, credo che se cominceranno a scoppiare le bombe scatterebbe la caccia all’arabo, con buona pace di quel pirla grillino».
L’onorevole Di Battista dice che l’Isis reagisce all’imperialismo americano.
«Sciocchezze. Siamo di fronte a una guerra di religione. E come sa bene l’Europa, le guerre di religione hanno una storia un po’ più antica degli Stati Uniti».