MERCOLEDÌ erano spariti in 4 da Lamu, unisola del Kenya nella quale sole, palme e spiagge di candida sabbia attirano moltitudini di turisti. Tre commercianti musulmani sono tornati indenni alle loro case. George Mwita, autista cristiano, è stato decapitato dai rapitori. Lo hanno trovato con le mani ancora legate dietro alla schiena nella foresta di Boni. I tre scampati alla morte hanno riferito che gli autori del sequestro, armati fino ai denti, si sono presentati come Shabaab, qaedisti somali, in missione di «rappresaglia per lintervento delle forze kenyote» nel loro Paese.
Nel mese di ottobre del 2011 il Kenya ha lanciato unoperazione militare contro i miliziani integralisti della Somalia e dal 2012 partecipa con un contingente militare alla missione Amisom dellUnione africana che li combatte sul loro territorio. Gli adepti della Guerra santa islamica hanno reagito mettendo a segno attentati sanguinosi. Il fine degli assalti è impaurire i turisti, una fonte di valuta estera cruciale per il governo di Nairobi.
LASSALTO più sanguinoso risale al 21 settembre del 2013. Un commando di 10 miliziani sparò allimpazzata nel centro commerciale Westgate di Nairobi, uccidendo 63 avventori. A metà giugno a Mpeketoni, 48 chilometri a sud est di Lamu, sono state fulminate 53 persone che stavano guardando i campionati mondiali di calcio. Subito dopo la pattuglia di Shabaab ha preso di mira due villaggi vicini, Poromoko e Majembeni, uccidendo 15 abitanti. Secondo la Croce Rossa in quellagguato sparirono circa cinquanta persone. Dodici erano donne. Anne Gathigi, unabitante di Mpeketoni raccontò allora al Daily Mail che fecero irruzione nella sua casa e chiesero in lingua shwahili se la famiglia era islamica. Il marito rispose che era cristiano e fu fulminato con due pallottole. Secondo un altro testimone della carneficina i miliziani Shabaab chiedevano di recitare la Shahada, la professione di fede musulmana. Chi esitava (o taceva) veniva passato per le armi.
IL CAPO della milizia somala è Ahmed Abdi Godane, 36 anni, ex combattente in Afghanistan. Nei giorni scorsi la polizia di Nairobi ha catturato Hassan Hanafi, un alto papavero degli Shabaab che era in possesso di documenti kenyoti autentici dai quali risultava unaltra identità. Era entrato nel Paese il 14 marzo per curare le ferite riportate durante unincursione aerea nel 2011. Era ricercato per numerosi omicidi. Molte sue vittime erano giornalisti.
Lo. B.
Nel mese di ottobre del 2011 il Kenya ha lanciato unoperazione militare contro i miliziani integralisti della Somalia e dal 2012 partecipa con un contingente militare alla missione Amisom dellUnione africana che li combatte sul loro territorio. Gli adepti della Guerra santa islamica hanno reagito mettendo a segno attentati sanguinosi. Il fine degli assalti è impaurire i turisti, una fonte di valuta estera cruciale per il governo di Nairobi.
LASSALTO più sanguinoso risale al 21 settembre del 2013. Un commando di 10 miliziani sparò allimpazzata nel centro commerciale Westgate di Nairobi, uccidendo 63 avventori. A metà giugno a Mpeketoni, 48 chilometri a sud est di Lamu, sono state fulminate 53 persone che stavano guardando i campionati mondiali di calcio. Subito dopo la pattuglia di Shabaab ha preso di mira due villaggi vicini, Poromoko e Majembeni, uccidendo 15 abitanti. Secondo la Croce Rossa in quellagguato sparirono circa cinquanta persone. Dodici erano donne. Anne Gathigi, unabitante di Mpeketoni raccontò allora al Daily Mail che fecero irruzione nella sua casa e chiesero in lingua shwahili se la famiglia era islamica. Il marito rispose che era cristiano e fu fulminato con due pallottole. Secondo un altro testimone della carneficina i miliziani Shabaab chiedevano di recitare la Shahada, la professione di fede musulmana. Chi esitava (o taceva) veniva passato per le armi.
IL CAPO della milizia somala è Ahmed Abdi Godane, 36 anni, ex combattente in Afghanistan. Nei giorni scorsi la polizia di Nairobi ha catturato Hassan Hanafi, un alto papavero degli Shabaab che era in possesso di documenti kenyoti autentici dai quali risultava unaltra identità. Era entrato nel Paese il 14 marzo per curare le ferite riportate durante unincursione aerea nel 2011. Era ricercato per numerosi omicidi. Molte sue vittime erano giornalisti.
Lo. B.
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