Andrea Zanchi
BOLOGNA
UNA FESTA

nazionale dell’Unità meno rossa del solito. Non nei contenuti — tanto che Renzi ha ribadito che «questa è casa nostra» e che «il giornale fondato da Antonio Gramsci tornerà a vivere» — ma nei conti. L’edizione 2014 della kermesse Pd, che ritorna a Bologna da stasera fino al 7 settembre, si apre all’insegna del pareggio: quello del budget della Festa (480mila euro spesi, -30% rispetto all’anno scorso, e altrettanti già assicurati in entrata) e quello, auspicato e perseguito, del bilancio del partito nazionale, che nel 2013, ha fatto registrare un passivo di 10,8 milioni di euro. Un problema non da poco per il tesoriere Francesco Bonifazi, che ieri ha ribadito: «Passare da 10 milioni di perdita a un pareggio (per il 2014, ndr) è complesso. Ma l’obiettivo è assolutamente il pareggio e per ora tendo a riconfermarlo».

COME

fare sarà la vera sfida dei prossimi mesi, mentre all’orizzonte avanza la possibilità che anche ai dipendenti del Pd tocchino cassa integrazione o contratto di solidarietà. Bisogna capire, ha detto Bonifazi «qual è il rapporto con il personale e quali provvedimenti semmai pensiamo di prendere, fermo restando l’impegno a non diminuire i livelli occupazionali». Nel frattempo il Pd tenterà di usare la Festa nazionale, organizzata in una solida roccaforte come Bologna, pubblicamente lodata da Bonifazi per l’equilibrio nei conti, per reperire nuove risorse: tra gli stand del Parco Nord (atteso un milione di visitatori in quasi un mese di kermesse, compresa quella provinciale) ci sarà infatti un banchetto per la raccolta del due per mille e proprio da Bologna partirà il tesseramento online. Una scommessa tutta da vincere, anche perché in queste ore il partitone emiliano è scosso da mille fibrillazioni per la scelta dei candidati alle primarie per le prossime elezioni regionali.

LA ‘QUADRA’

sul nome di Daniele Manca, il sindaco di Imola indicato dall’ex presidente Vasco Errani in persona, tarda ad arrivare e l’incontro di ieri mattina tra Renzi e il segretario regionale Stefano Bonaccini non ha messo la parola fine alla partita. Con il risultato di rilanciare la candidatura dello stesso Bonaccini, l’unico nome che unisce tutto il Pd emiliano-romagnolo. Mentre in pista, dopo l’ex sindaco di Forlì, Roberto Balzani, e l’ex presidente del Consiglio regionale, Palma Costi, è pronto a scendere il deputato modenese Matteo Richetti.