MOSCA
PUTIN
reagisce a muso duro ai moniti dell’Occidente: paragona i comportamenti delle truppe di Kiev nell’est dell’Ucraina a quelli dei nazisti e avverte l’Alleanza Atlantica che non è il caso di «scherzare» con «una potenza nucleare» come la Russia. Di fronte alle incursioni militari di Mosca nell’est del Paese, l’Ucraina reagisce intanto rilanciando l’ipotesi di adesione alla Nato: una mossa che ora appare a Kiev come la risposta più adatta all’escalation del conflitto. Il premier Iatseniuk ha fatto sapere di «un progetto di legge per tornare sulla via dell’adesione alla Nato». Che si dice pronta a dare «pieno sostegno» a Kiev e intima a Mosca di mettere fine alle «azioni militari illegali all’interno dei confini» dell’Ucraina.

PUTIN

replica riecheggiando i tempi della guerra fredda: la Russia intende rafforzare il suo potenziale nucleare «non per minacciare qualcuno, ma per sentirsi sicura: Mosca è una delle maggiori potenze nucleari e non è il caso di scherzare con noi», dice. E continua ad accusare i soldati di Kiev di atrocità contro i civili del sud-est e non esita a tracciare un parallelo tra l’operato dell’esercito ucraino che assedia Donetsk e Lugansk a quello delle truppe naziste «che circondavano le nostre città». Intanto il ministero della Giustizia russo ha inserito l’associazione ‘Madri dei soldati di San Pietroburgo’ nella lista nera delle organizzazioni al soldo di potenze straniere.
La tensione crescente in Europa si legge anche nella decisione della Polonia che, ieri, ha prima negato lo spazio aereo al volo di Stato con a bordo il ministro della Difesa russo per poi decidere di concedere il passaggio. Ed è di ieri la notizia che la Svezia ha messo le sue truppe in stato di massima allerta spostando la forza aerea di reazione rapida sull’isola di Gotland nel Baltico. Ma la crisi ucraina si riflette anche in campo energetico. Il ministro dell’Energia russo Novak ha ribadito al commissario Ue per l’Energia Gunther Oettinger che esistono «forti rischi» per le forniture di gas all’Europa in inverno perché Kiev — a cui Mosca ha chiuso i rubinetti dell’oro blu a giugno — potrebbe sottrarre illegalmente parte del gas diretto in Europa attraverso i metanodotti ucraini in vista della stagione fredda. A pagare il prezzo più alto in questa guerra è in ogni modo la popolazione civile: per l’Onu sono 2.600 le persone morte in 5 mesi di combattimenti.